"La grande danza" al Teatro Massimo di Palermo, le immagini delle prove generali
This browser does not support the video element.
"La Grande Danza" sul palco del Teatro Massimo. Lo spettacolo in scena anche domenica alle 17.30 e poi tutti i giorni da mercoledì 2 maggio fino a sabato 5 maggio alle ore 18.30. Tre coreografie di Gentian Doda, Nacho Duato e Jiri Kylián. Dirige l’Orchestra del Teatro Massimo Alessandro Cadario. La prima delle tre coreografie è Sin lo cual no del coreografo albanese Gentian Doda, su musiche di Joaquín Segade, con scene di Susana Riazuelo e costumi di Jaime Roque de la Cruz, luci curate da Nicolás Fischtel, assistente alla coreografia Dimo Kirilov, allestimento del Teatro Massimo. Il corpo di ballo del Teatro Massimo sarà impegnato in una coreografia corale, che vede i ballerini passare dall’immobilità forzata alla frenesia, a volte muovendosi insieme come ingranaggi di una gigantesca macchina, a volte chiusi ognuno come in un proprio personale delirio, dove ogni minimo gesto assume importanza fondamentale. La musica di Joaquín Segade, che utilizza anche rumori industriali, accentua la visione di una umanità dominata dalle macchine. È invece la natura con i suoi misteriosi poteri al centro di Duende con la coreografia di Nacho Duato, su musiche di Claude Debussy eseguite da Rosolino Bisconti al flauto, Gaspare D’Amato alla viola e Valentina Rindi all’arpa con l’Orchestra del Teatro Massimo diretta da Alessandro Cadario. Scene firmate da Walter Nobbe, costumi di Susan Unger, luci di Nicolás Fischtel, assistenti alla coreografia Eva López Crevillén e Catherine Habasque, in un allestimento del Balletto di Bratislava. Con il termine “duende” si intendono in spagnolo gli elfi, esseri magici che abitano la natura e la animano con i loro scherzi e le loro capriole, trasportando il pubblico in un mondo fatato, dove le leggi ordinarie della vita umana perdono di potere e significato. Alle più intellettuali e spiritose risorse dell’umanità, incarnate nel secolo dei lumi e nella musica di Mozart, fa invece allusione Sechs Tänze su coreografia, scene e costumi di Jiri Kylián, costruito sulle musiche delle Sei danze tedesche di Wolfgang Amadeus Mozart, con luci concepite da Jiří Kylián e realizzate da Joop Caboort, assistente alla coreografia Alberto Montesso, nell’allestimento del Semperoper Ballet di Dresda. Con questa coreografia il grande coreografo ceco propone al pubblico “sei momenti apparentemente privi di senso, impossibilitati a svilupparsi davanti al mondo d'oggi sempre turbato che, per ragioni imprecisate, ciascuno porta dentro di sé”, utilizzando quel “favoloso strumento che è il nostro corpo, così ricco che supera tutte le lingue del mondo”.