PALERMO. Il Fai – Fondo Ambiente Italiano apre come ogni anno le porte e i cancelli di luoghi insoliti, quelli meno valorizzati e meno accessibili. L’iniziativa, curata dai Gruppi FAI Giovani, andrà a sostenere la campagna di raccolta fondi «Ricordiamoci di salvare l’Italia». I volontari del FAI Palermo oggi guidano cittadini e turisti lungo l’itinerario tematico «Camera con vista» che tocca la sala ex Ricreazione del Museo Salinas dove sono visibili il seicentesco soffitto ligneo e le nicchie in oro zecchino scoperti durante i restauri del Museo e che per la prima volta questa mattina sono stati svelati al pubblico. Il restauro ha permesso, infatti, di recuperare uno degli ambienti più rappresentativi dell’edificio conventuale seicentesco: l’ex sala di ricreazione, ambiente di riunione quotidiana per la comunità religiosa. Bellissimo il soffitto a travature lignee del XVII secolo, uno dei rari esempi che si conservi a Palermo, e di tre grandi nicchie rivestite di oro zecchino disposte sulle pareti lunghe della sala. Sia il soffitto che le nicchie furono occultati dai lavori della seconda metà dell’Ottocento. Aperto anche lo Stand Florio, collegato tramite una navetta gratuita dal centro storico. Durante la visita saranno spiegati i progetti attivi sulla Costa Sud, primo fra tutti la rivisitazione dello Stand in caffè letterario dalla prossima primavera. Presentati i disegni originali del progetto di Ernesto Basile del 1906. Lo Stand fu utilizzato fino agli anni Trenta per il tiro a piccione e divenne uno dei luoghi di ritrovo della società palermitana, è in via Messina Marine 40 (ultimo ingresso 16,30). La navetta AMAT partirà ogni 20 minuti da Porta Felice, toccando l’Ecomuseo del mare, lo Stand Florio, la spiaggia di Romagnolo. Contributo da 2 euro. E sulla spiaggia di Romagnolo, davanti agli ex Bagni Virzì, visitatori in prima persona attori della riqualificazione della spiaggia, vivendola. Alla fine dell’Ottocento, Romagnolo era il punto di vista prediletto dei pittori. Poi era diventata la zona balneare ma questo sopravvive solo nella memoria, perché dagli anni ‘50, il lungomare si trasforma lentamente in una discarica. Immagini di Marcella Chirchio