PALERMO. Tra i palazzoni di viale Regione Siciliana, in Fondo De Caro, dopo anni di buio appare la bellezza: Palazzo dell'Uscibene è stato strappato alle grinfie del degrado e finalmente si mostra al pubblico, grazie a "Le Vie dei Tesori". Il monumento, infatti, è inserito tra i siti visitabili nei cinque fine-settimana della manifestazione partita lo scorso 29 settembre. Un'apertura straordinaria che è stata possibile anche grazie al lavoro di una squadra di sei ex pip, che hanno effettuato una maxi pulizia sia all'interno delle sale, sia nella parte esterna del palazzo millenario. Scoprire ogni dettaglio, ogni particolare di questo pezzo di storia è sicuramente per gli amanti dell'arte un'occasione da non perdere poiché il "gioiello" è chiuso al pubblico da oltre trent'anni. Abusi, saccheggi, sequestri, nella storia di Palazzo dell'Uscibene, ci sono molte ombre. Solo di recente grazie alla Soprintendenza ai Beni culturali, si è intravista la luce. Nel dicembre 2016, infatti, è terminato il recupero della cappella del monumento. Un intervento, durato un anno e costato circa 100 mila euro, che è stato possibile grazie alla cessione volontaria e gratuita della cappella fatta alla Soprintendenza da parte della famiglia Nicolosi, proprietaria della struttura. Ma le "ferite" del bene sono molte e profonde, per questo ha bisogno di una ristrutturazione generale. Entro l'anno infatti, sarà oggetto di un restauro che coinvolgerà diverse sale. Si tratta di interventi che verranno finanziati con 790 mila euro. Soldi che derivano dal Patto per il Sud. Parola dell'assessore regionale ai Beni culturali, Aurora Notarianni: "Il progetto è già finanziato e speriamo di far partire gli interventi entro la fine del 2017. Si tratta di un risultato importante per la storia di Palermo. Apriremo alle visite anche la cappella non appena arriverà la notifica del dissequestro, ma la riceveremo a breve. I lavori del recupero generale dureranno circa un anno e auspichiamo di aprire alla fruizione totale entro il 2018". E così la Sala della Fontana e la Camera dello Scirocco, che fanno parte dell’ala privata di Palazzo Uscibene, recentemente acquisita con degli espropri dalla Soprintendenza, ritorneranno a splendere. “Siamo riusciti a mettere in sicurezza la cappella, adesso con i fondi del Patto per il Sud, lavoreremo per recuperare il resto dell’edificio che comprende anche la famosa Sala della Fontana che ha riferimenti molto evidenti a quelli della Zisa. Quello che faremo partire a breve è – spiega l'architetto della Soprintendenza ai Beni culturali, Lina Bellanca - un progetto pilota che ci consentirà sia di consolidare l'edificio storico, sia di restaurarlo. Grazie ai soldi del Patto per il Sud, avvieremo nell’edificio tutto il sistema di ricerca di tipo archeologico che fa parte di una fase preliminare. L’area è piena, infatti, di detriti e va dunque indagata. È un monumento che per la prima volta si appresta ad essere oggetto di un restauro”. Ma le novità per Palazzo Uscibene non finiscono qua. L'obiettivo dell'assessorato regionale ai Beni culturali è inserirlo tra i monumenti che fanno parte dell'itinerario arabo-normanno, dichiarato a luglio 2015 a Bonn, patrimonio dell'Unesco. Ad annunciarlo il direttore generale del dipartimento ai Beni culturali, Maria Elena Volpes: "Questi interventi di messa in sicurezza già eseguiti e i prossimi lavori di restauro che verranno effettuati hanno l'intento di portare Palazzo Uscibene a far parte dell'itinerario arabo-normanno patrimonio dell'Umanità. Ma non sarà l'unico monumento che proveremo a inserire. Vorremmo infatti, che venissero inseriti anche il Castello di Maredolce, la Cuba e la Cuba soprana di Villa Napoli. Sono fiduciosa e credo che tutto ciò accadrà". Immagini di Piero Longo