PALERMO. Un viaggio nella musica barocca che ha come filo rosso Orlando, il paladino di Francia, l’eroe di Roncisvalle, attraverso le opere di Georg Friedrich Händel e di Antonio Vivaldi. È quello che è stato proposto al Teatro Massimo di Palermo ieri,sabato 10 giugno, alle 20.30 per il concerto “Orlando Barocco” che ha visto esibirsi l’Orchestra nazionale barocca dei Conservatori con due protagonisti d’eccezione: Enrico Onofri, che ha diretto l’Orchestra, e il contralto Sonia Prina.
L’Orchestra, istituita nel 2016 nell'ambito delle attività promosse dal dipartimento per l'Istruzione superiore e Ricerca del Miur (in collaborazione con la Conferenza dei direttori di musica e di una commissione recentemente istituita che sovrintende alle attività delle orchestre nazionali), è una formazione composta da studenti selezionati degli Istituti superiori di studi musicali italiani dell'area di musica antica, nata con lo scopo di valorizzare il grande patrimonio noto e meno noto del Sei e Settecento europeo. A coordinare il progetto dell’Orchestra nazionale barocca è il Conservatorio di Palermo.
“Un’importante iniziativa – dice il sovrintendente del Teatro Massimo, Francesco Giambrone –che valorizza i giovani talenti del nostro Paese. Un’iniziativa che va nel segno dei progetti intrapresi dal Teatro, come la Kids Orchestra, che debutterà quest’estate insieme con le nostre altre formazioni giovanili: il Coro di voci bianche e il Coro Arcobaleno”.
“L’Orchestra nazionale barocca è un’importante iniziativa del Dipartimento formazione superiore e ricerca del Miur – dice il direttore del Conservatorio di Palermo, Daniele Ficola - che si affianca alle orchestre sinfoniche e jazz per valorizzare i migliori esecutori italiani iscritti nei conservatori. In particolare, il Conservatorio di Palermo ha avuto l’onore di essere stato designato a occuparsi dell’Orchestra nazionale barocca per la sua lunga tradizione di studio e di esecuzione della musica antica”.
Orlando, quindi. Il Roland dell’omonima Chanson, l’Orlando della tradizione popolare dei cantastorie, l’Orlando innamorato di Matteo Boiardo, l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Tra le tante opere dedicate alla figura del paladino di Francia ne sono state scelte due, perché vicine per anno di composizione e soprattutto perché in entrambe Orlando è protagonista, già dal titolo: sono Orlando furioso di Antonio Vivaldi e Orlando di Händel.
Il 10 novembre 1727 l’Orlando di Antonio Vivaldi va in scena al Teatro Sant’Angelo di Venezia, una riscrittura di due opere scritte tredici anni prima dove il compositore tenta di condensare un po’ tutto il poema dell’Ariosto. Orlando, innamorato di Angelica, è geloso di Medoro; Alcina con le sue arti magiche aiuta Angelica e, disprezzando l’amore di Astolfo, si invaghisce invece di Ruggero, che Bradamante riesce infine a sottrarre ai sortilegi della maga; Orlando impazzisce vedendo i nomi di Angelica e Medoro incisi nel tronco di un albero, ma benché fuor di sé provoca il crollo del potere di Alcina; riacquistato il senno, perdona Angelica e Medoro.
Una trama complessa, quindi, che vede in scena una pletora di personaggi, quasi tutti accomunati però dal registro vocale, quello del contralto, in tutte le possibili declinazioni. In occasione della prima rappresentazione infatti contralto erano Orlando (un’interprete femminile en travesti), Alcina e Bradamante, Ruggero e Medoro (due castrati).
Quanto a Händel, nel periodo della sua maturità ricorre tre volte all’Orlando furioso ariostesco: Orlando è rappresentata nel 1733 (poi ci saranno Ariodante e Alcina, entrambe del 1735). È un’opera segnata da una vena di tristezza, la cui origine possiamo trovare forse negli eventi che ne accompagnano le prime rappresentazioni: Orlando è l’ultima opera di Händel in cui canta il castrato Senesino, che poi abbandonerà il compositore in favore della rivale Opera of the Nobility. L’anno successivo l’Opera of the Nobility riesce a sottrarre a Händel anche la sede del King’s Theatre.
Ad accompagnare i brani delle due opere, nel concerto di ieri sera, di Vivaldi, il Concerto per archi e basso continuo in Si bemolle maggiore RV163 Il Conca e la Sinfonia per archi e basso continuo in Do maggiore RV112. Di Händel due Concerti Grossi: il Concerto grosso op. 6 n. 7 in Si bemolle maggiore per archi e basso continuo e il Concerto grosso op. 6 n. 7 in Si bemolle maggiore per archi e basso continuo.
Enrico Onofri, nato a Ravenna, è uno specialista del barocco. Ancora studente è stato invitato da J. Savall come primo violino de La Capilla Reial e collabora con ensemble quali Concentus Musicus Wien, Concerto Italiano, Ensemble Mosaiques, etc. Dal 1987 al 2010 è stato concertmaster e solista dell’ensemble Il Giardino Armonico. Dal 2002 si dedica anche all'attività di direttore, riscuotendo successo di pubblico e critica e ricevendo inviti da orchestre, festival e teatri in tutta Europa, Giappone e Canada. Riscuotendo i massimi consensi di pubblico e di critica si è esibito nelle più importanti sale del mondo Dal 2000 è docente di violino barocco l Conservatorio Bellini di Palermo, ed è regolarmente invitato a tenere seminari e master class in tutta Europa, Canada e Giappone; è tutor e direttore invitato della European Union Baroque Orchestra e nel 2011 la Juilliard School lo ha invitato a tenere una masterclass a New York.
Il contralto Sonia Prina è considerata un punto di riferimento assoluto della sua vocalità nella scena lirica internazionale. All’età di tredici anni intraprende gli studi musicali al Conservatorio di Milano dove si diploma in tromba e canto. Nel 1996 è ammessa all’Accademia per cantanti liricidel Teatro alla Scala di Milano e dal 1997 la sua rara voce di contralto la impone sulla scena lirica internazionale. Riceve il Premio Abbiati nel 2006 e il Tiberini d’Oro nel 2014 come migliore cantante dell’anno. È invitata regolarmente nei più prestigiosi teatri e festivalNel 2017 è Artist in residence alla prestigiosa Wigmore Hall di Londra.
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