PALERMO. Due cantate inedite di Gaetano Donizetti, ritrovate tra le carte d'archivio, e un ciclo di concerti, convegni e manifestazioni lungo un anno. Così il Conservatorio di Palermo celebra i suoi 400 anni di vita, essendo stato fondato nel 1617 (inizialmente come istituto del Buon pastore) per volontà del viceré Pedro De Castro.
Il programma che celebra quattro secoli di musica volge uno sguardo al futuro, con nuove proposte e nuovi generi musicali, e uno al passato con il cambio del nome: da Vincenzo Bellini ad Alessandro Scarlatti, compositore palermitano del Seicento e fondatore della "scuola napoletana". Le celebrazioni cominceranno il 4 marzo con un concerto che nasce da una elaborazione musicale multisensoriale.
Il presidente del Conservatorio, Gandolfo Librizzi, si limita a definire l'esperimento una "magia" e non aggiunge altro per non depotenziare l'effetto sorpresa della manifestazione. L'avvio vero e proprio delle celebrazioni avrà come scenario il teatro Massimo, con il quale il Conservatorio intende promuovere una stretta sinergia. Il Massimo, che quest'anno ricorda i suoi 120 anni di attività con una prolungata interruzione tra il 1974 e il 1997, ospiterà il 5 marzo un concerto delle voci bianche del Conservatorio e il 6 marzo un altro concerto lirico-sinfonico con musiche di Vincenzo Bellini, Eliodoro Sollima e le due cantate di Donizetti i cui manoscritti inediti sono stati ritrovati da Dario Lo Cicero nella biblioteca del Conservatorio.
Il programma prevede altri concerti anche di musica moderna in alcuni siti che vengono per l'occasione recuperati come il teatro di Santa Cecilia, l'oratorio di Santa Cita, la chiesa del SS. Salvatore. "L'obiettivo - ha detto il presidente Librizzi - è quello di portare fuori la musica che qui viene studiata e insegnata per farla diventare strumento di arricchimento culturale e di inclusione sociale. La musica unisce ciò che le parole dividono".
Il Conservatorio intende così affermare la sua vocazione ai rapporti internazionali con progetti di scambi artistici che coinvolgono il corpo docente e gli studenti. "Siamo una scuola di alta formazione", dice il direttore Daniele Ficola, che ripercorre l'attività più recente del Conservatorio tra i più antichi d'Italia dal quale sono venute fuori importanti personalità musicali. "Questa - aggiunge Ficola - è la conferma dell'alto livello formativo assicurato agli oltre 1400 studenti".
Il programma dei 400 anni si concluderà a dicembre. Tra il 26 e il 28 ottobre si terrà un convegno per ripercorrere la storia del Conservatorio e delineare il quadro della produzione artistica a Palermo. Lo sguardo verso il futuro incrocia però alcuni buchi neri. Riguardano le capacità finanziarie dell'istituto che sono sostenute soprattutto dalle quote di frequenza degli studenti e in piccola parte da contributi pubblici insufficienti però per nuovi investimenti sulla qualità dei servizi. Mancano tra l'altro le risorse per rinnovare la dotazione strumentale e adottare sistemi tecnologici più avanzati.
Immagini di Marco Gullà
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