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Letizia Battaglia in mostra ai Cantieri Culturali della Zisa - Video

PALERMO. I Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo ospitano dal 6 marzo all'8 maggio Anthologia, maxiretrospettiva dedicata alla fotografa Letizia Battaglia. Oltre 140 lavori esposti insieme per la prima volta con un unico comune denominatore: Palermo. Luogo artistocratico e decadente al tempo stesso. Luminosissimo e cupo. Barocco eppure crudo. “Con questa città - ha detto la fotografa, pioniera del fotogiornalismo femminile made in Italy - c’è sempre stato un rapporto di rabbia e di dolcissima disperazione. La sento malata e mi fa arrabbiare. Io vorrei andarmene ma non ci riesco, la amo morbosamente e ho ancora molte cose da fare qui dove sono nata”.

La mostra, curata da Paolo Falcone e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo in collaborazione con la Fondazione Sambuca, rientra nell’ambito delle celebrazioni per gli ottant’anni della fotoreporter siciliana e mette in scena scatti di grande formato che occupano ogni centimetro quadrato dello spazio dello ZAC e sono accompagnati da videointerviste e materiale inedito. Quasi un diario per immagini che ripercorre tutta la carriera di Letizia, dagli inizi allo storico quatidiano L'Ora fino alle ultime foto naturalistiche.

Ci sono i luoghi e le vittime degli omicidi di mafia, è vero, ma anche la vita di tutti i giorni, la gente comune e la società siciliana. La retrospettiva parla di Palermo ma in realtà mette in rassegna l'intero ventaglio dell'esperienza umana: dolore, povertà, morte ma anche ricchezza, speranza, ribellione. Le donne, i bambini, la politica, la mafia, la religione, le processioni e le feste diventano il pretesto per una rappresentazione unica di un momento storico durato oltre 40 anni, come racconta mariaclaire.it.

In tutto questo tempo - dai 70's ai 90's - Battaglia ha ritratto giudici, poliziotti e uomini delle istituzioni in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra: da Giorgio Boris Giuliano fino a Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Politici e mafiosi come Salvo Lima e Vito Ciancimino, passando per lo scatto storico di Giulio Andreotti con il mafioso Nino Salvo, che sarà poi uno dei principali capi d’accusa contro l’esponente democristiano. Parallelamente ha raccontato le donne e i bambini nei quartieri e nei vicoli di una città magica, ma che ancora conserva le rovine della Seconda Guerra Mondiale. La borghesia e la nobiltà opulenta, protagonista di ricevimenti sfarzosi. Le processioni, la tradizione dei riti funebri e la vita quotidiana.

Tutto questo, rigorosamente in bianco e nero. "Il colore - ha raccontato Letizia - non mi piace, lo trovo orribile. Io ho un animo essenziale, e penso che non avrei mai potuto raccontare i morti di Palermo a colori... ".

 

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