PALERMO. I pupi siciliani trovano casa a palazzo Branciforte. L'intera collezione della famiglia
Cuticchio è stata acquisita dalla Fondazione Sicilia e resterà in esposizione permanente nell'ala del palazzo che ospitava il Monte dei pegni. Con 109 pupi di scuola palermitana fanno parte della collezione anche 39 scene teatrali, nove cartelloni pubblicitari e due piani a cilindro. Sono pezzi unici che vanno dal 1830 al 1960 e ripercorrono la storia del teatro di figura siciliano. Proprio l'opera dei pupi, ha ricordato Gianni Puglisi presidente di Fondazione Sicilia, è stata dichiarata dall'Unesco patrimonio orale e immateriale dell'umanità.
La collezione apparteneva a Giacomo Cuticchio, uno dei maggiori pupari siciliani, e alla moglie Pina Patti. Negli anni Settanta è stata ereditata dai figli. Mimmo Cuticchio ha proseguito la tradizione di famiglia, si è affermato come «oprante» e «contastorie» e ha messo in piedi un teatro dei pupi in via Bara all'Olivella, a pochi passi da palazzo Branciforte.
La Fondazione Sicilia, ha spiegato Puglisi, ha acquistato la collezione per mantenere vivo il teatro di figura «che unisce una comunicazione semplice e immediata alla complessa lavorazione artigianale di maschere e marionette, fondali e canovacci». I pezzi esposti hanno per decenni raccontato, in una forma fantastica e coinvolgente, la storia dei Paladini di Francia.
I pupi di Cuticchio ora arricchiscono il patrimonio di Palazzo Branciforte, che già accoglie le collezioni di archeologia e numismatica, filatelia e maioliche insieme alla raccolta di bronzi, a una grande biblioteca e ai preziosi libri del Grand Tour.
L'allestimento dei pupi è stato curato direttamente da Mimmo Cuticchio che con i fratelli, dice, ha deciso di «traghettare la memoria dell'esperienza dei genitori, del loro 'mestierè, da un secolo a un altro».
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