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Pasqua a Palermo, il messaggio di pace di Lorefice: «L’amore più forte della morte»

«Amatissime sorelle e amatissimi fratelli, l’amore ormai ci canta in fondo al cuore: Cristo è risorto. Il Signore è con noi. È vivo. È il vivente. Il forte nella debolezza. L’amore più forte della morte». È così che l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, si rivolge ai tanti fedeli che affollano la Cattedrale nel giorno di Pasqua, durante la messa solenne.

«L’amore che raggiunge, abbraccia e riconcilia il peccatore, debellando così il potere ostentato dalla morte. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte il tuo pungiglione? L’amore trafitto ma vittorioso – continua Lorefice - ribalta il pesante masso che ci sigilla, già sin da ora, nel carcere dei nostri sepolcri imbiancati. Per quaranta giorni – e in forma ancor più intensa nel Triduo pasquale – abbiamo atteso la sua irruzione negli inferi delle prigioni che detengono la nostra vita, desiderosi di sentirgli gridare il suo fascinoso ordine di scarcerazione».

Monsignore Lorefice confessa di essere stato colpito da una foto scattata ad Aleppo in Siria che ritrae due uomini in corsa con in braccio due neonati strappati dalle macerie della guerra. «Ho voluto utilizzarla – dice - come immagine per il mio biglietto di auguri pasquali. Come didascalia ho scelto un testo di Erri De Luca che vi riporto: "Pasqua è voce del verbo ebraico pèsah, passare. Non è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio. Auguri di pace e amatissime sorelle e amatissimi fratelli, l’amore ormai ci canta in fondo al cuore: Cristo è risorto. Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri a ogni costo, atleti della parola pace. Noi cristiani, rigenerati dalla Pasqua – conclude - abbiamo la gioia e la responsabilità di annunciare a tutti con le labbra della vita: Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Auguri di pace e di bene. Buona Pasqua».

In Cattedrale, in prima fila c’è anche il sindaco Roberto Lagalla che fa i suoi auguri a tutta la città. «Oggi giornata di Pasqua, oggi giornata di risurrezione, di felicità o quanto meno di sospensione degli affanni quotidiani – dice il sindaco - Il mio augurio è che per sempre o per lungo tempo gli affanni possano abbandonare questa città per essere tutti più sereni, più generosi, più vicini l’uno ai bisogni degli altri. Questo è l’augurio che rivolgo ai palermitani e alle loro famiglie e ai tanti che sono venuti a trovarci in questi giorni».

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