L'arresto di Messina Denaro, Ayala: «I latitanti restano vicino a casa per non perdere potere»
Commentano la cattura e l’arresto del boss super latitante Matteo Messina Danaro, l’ex magistrato che fu pm al maxiprocesso Giuseppe Ayala e Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici e collaboratore di Giovanni Falcone. “Che i latitanti non si spostino è assolutamente normale – dice Ayala -. Riina, dopo tanti anni di latitanza è stato arrestato a Palermo e Provenzano a Corleone. Anche Matteo Messina Denaro è stato arrestato sul territorio. Godono di coperture ma a prescindere da questo non se ne possono andare perché altrimenti perderebbero il potere. Non potrebbero mantenere il loro ruolo all’interno dell’organizzazione. Se abbandonano il territorio e se ne vanno un altro prende il loro posto”. Ayala si dice contrario alle dietrologie e ai complottismi che “sono le vere nemiche della verità. “Questo luogo è un simbolo – aggiunge l’ex magistrato riferendosi all’Aula bunker dell’Ucciardone –. Si doveva fare un processo contro 475 imputati e non si sapeva dove farlo. Si è costruita un’aula adiacente al carcere Ucciardone. Questo luogo è la dimostrazione che quando lo Stato vuole intervenire sul serio ha tutte le forze per farlo”. Molto più scettico invece Giovanni Paparcuri. “Non abbiamo vinto nulla, semplicemente una battaglia che portavamo avanti da 30 anni – commenta -. E’ un arresto molto importante ma potremo cantare vittoria solo quando sapremo veramente cosa è successo e chi ha protetto Messina Denaro fino a questo momento. E tra loro ci saranno semplici cittadini, vicini di casa, avvocati, medici. Lo hanno protetto in tanti altrimenti non si spiega come per 30 anni l’abbia fatta franca. Era qui in mezzo a noi. Ci sono voluti 30 anni per arrestarlo. Questa è una grande amarezza ma ciò che mi ha fatto più male è stato il non averlo visto in manette. Io lo avrei fatto salire in manette su un furgone con la scritta Carabinieri”.