Un fiume in piena, un corteo lunghissimo ha attraversato la città dietro la bara di Biagio Conte. Quando la salma è uscita dalla chiesa della Missione una folla grandissima lo ha accolto con lunghi applausi e tante lacrime. La bara, in legno grezzo, povera anche lei, realizzata dai falegnami della Missione, è stata portata a braccio dai fratelli missionari, dai volontari, dagli amici di Biagio Conte che si sono alternati durante il tragitto: corso dei Mille, piazza Giulio Cesare, via Roma e infine corso Vittorio Emanuele fino in Cattedrale. Davanti alla bara don Pino Vitrano e l’Arcivescovo Corrado Lorefice. A portare la bara per un po' anche l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il feretro ha sostato davanti alla stazione centrale dove ha avuto inizio la missione di Biagio Conte. Tanta commozione e tanti applausi al grido “Grazie Biagio”. A salutare l’angelo dei poveri tutta la città ma anche sacerdoti, missionari, gente comune da tutta Italia, anche dalla Spagna dall’Inghilterra. Chi ha conosciuto fratello Biagio sente il dovere di andare a salutarlo ancora un’ultima volta. Ma anche chi non ha fatto in tempo a conoscerlo vuole stargli vicino, anche solo un momento. Si respira aria di santità nell’aria. In silenzio e con gli occhi gonfi di commozione, ognuno chiede a fratello Biagio di intercedere per lui e per la sua famiglia. Chi segue quella piccola modestissima bara, che contiene il corpo di un uomo grandissimo, sente di aver ricevuto una benedizione speciale. Suonano le campane quando fratello Biagio arriva in Cattedrale e le voce di migliaia di persone diventano una sola: “Pace e speranza. Grazie fratello Biagio”.