Disteso su una lettiga vicino all'altare, insieme a tanti fedeli, Biagio Conte partecipa alla messa del Battesimo di Gesù nella chiesa della Cittadella del povero e della speranza in via Decollati a Palermo. Non ha la forza di recitare le preghiere né di cantare ma è lì insieme a tutti. Muove la testa ogni tanto, chissà cosa sta pensando, cosa sta provando nel suo cuore. Tiene gli occhi chiusi ed è sotto la grande croce in legno, molto simile a quella che lui portava sulle spalle sempre nei suoi viaggi. Accanto a lui ci sono due volontari della Missione che lo accarezzano, lo guardano e lo accudiscono come un padre fa con i suoi figli. Durante la messa, celebrata da don Pino Vitrano, don Sergio del Camerun e padre Giuseppe della parrocchia di Aquino, anche tanti aneddoti su fratello Biagio. “Quando Giovanni Battista incontra Gesù gli dice: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato e tu vieni da me?”. Fratello Biagio ha molto di Giovanni – commenta don Pino Vitrano -. Lui ha cominciato a gridare nel deserto e il deserto è questa città. Vedeva delle cose che non andavano fratello Biagio e si chiedeva cosa avesse potuto fare per i bambini che giocavano nell'immondizia, per gli anziani che venivano abbandonati. Lasciò tutto e cominciò un cammino di conversione, di rinnovamento interiore nella solitudine e nel silenzio nei luoghi più sperduti di questa Sicilia. Poi tornò a Palermo e passando dalla stazione vide tante persone che non avevano una casa. Tornò dalla sua famiglia, prese un thermos con del latte e uno con il te, un sacco a pelo e un Vangelo e tornò alla stazione. Suo padre gli chiedeva dove stesse andando. E lui: “Ho capito cosa il Signore mi chiede”. Da allora cominciò ad essere la voce di chi non ce l’ha, dei “barboni” senza identità. Deve rinnovare in ognuno di noi l'adesione a Cristo perché tutto passa e l'amore di Dio rimane. Amarci gli uni e gli altri senza fare differenze. È questo il battesimo”. Anche don Giuseppe della parrocchia di Aquino ricorda il bene che fratello Biagio ha sempre fatto a tutti, senza differenze. “Un giorno - racconta - incontrò un giovane brasiliano. Era infreddolito. Fratello Biagio aprì il suo zaino e gli diede un paio di calze. Aveva solo quelle. Guglielmo, così si chiama quel giovane, fu folgorato dall'amore di fratello Biagio e non lo dimenticherà mai. Mi ha chiamato e manda i suoi saluti a tutta la comunità”. Tutti si chiedono se fratello Biagio riesca a sentire quelle parole e quei ringraziamenti, se riesca a sentire l’amore che lo circonda perché tutte quelle persone che riempiono la chiesa sono lì per lui. Tanta commozione quando il parroco si avvicina al suo letto e gli da la Comunione e quando a fine messa, tutti creano un corridoio e fratello Biagio, spinto nella sua lettiga, dai volontari, attraversa la navata principale in un lungo applauso carico di amore e gratitudine.