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Defibrillatore e morte cardiaca improvvisa, a Palermo incontro fra esperti di tutta Europa

Trattamento delle aritmie ventricolari e prevenzione da morte cardiaca improvvisa. Questi i temi affrontati nella seconda edizione del Palermo expert meeting - What’s up on, che si è tenuto presso l’Nh hotel del Foro Italico Umberto I di Palermo.

Un convegno che ha radunato ospiti tra specialisti siciliani, italiani e internazionali «tutti coloro che rappresentano l’avanguardia nel campo della prevenzione e del trattamento di questa patologia», ha sottolineato Giuseppe Coppola, cardiologo e ordinario di Aritmologia clinica e interventistica dell’Università degli studi di Palermo. Coppola è stato organizzatore dell’evento, insieme al collega Giuseppe Sgarito, presidente regionale dell’Aiac (Associazione italiana aritmologia e cardiostimolazione).

Uno dei maggiori focus del convegno ha riguardato l’implementazione del defibrillatore nei soggetti a rischio di morte cardiaca improvvisa. In particolare il professore Gianfranco Sinagra, tra gli ospiti più attesi, ha spiegato come il medical device abbia realmente aiutato e ridotto il numero di morti improvvise: «Nel mondo, il numero di decessi per morte cardiaca improvvisa si è dimezzato - ha detto - grazie all’implementazione del defibrillatore. Certo, i farmaci aiutano, ma la spinta decisiva è stata data dal device».

E ammonisce: «Spesso possiamo trovarci difronte a dei dati che, all’apparenza, possono indurre il medico a pensare che il paziente non abbia bisogno dell’aiuto dello strumento. Bisogna, invece, approfondire, guardare i dati nel complesso e tenere conto di alcuni campanelli d’allarme. Bisogna saper andare oltre le linee guida».

Lo stesso Sinagra, però, ammette che «la scelta deve essere attenta. Un operazione del genere influisce sulla psicologia del paziente e lo condiziona». E condiziona anche le tasche dei conti pubblici, con cui purtroppo bisogna anche fare i conti: «È una terapia molto efficace - spiega Coppola - ma anche molto costosa. Per questo bisogna continuare a studiare, per far si che venga impiantata al giusto paziente».

video di Marcella Chirchio

intervista a Giuseppe Coppola, aritmologo Policlinico universitario di Palermo

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