In tutto il mondo i ragazzi scendono in piazza per il clima e Palermo non è da meno. Torna il Friday for future, la protesta dei ragazzi per chiedere che vengano rispettati gli accordi di Parigi delle riduzioni delle emissioni di Co2. Così, circa un migliaio di studenti, guidati dal coordinamento Studenti Palermitani e dal collettivo di Ecologia Politica Palermo, partendo da piazza Verdi, hanno attraversato la città in corteo, dietro lo striscione «Fine del mese e fine del mondo sono la stessa lotta». Un serpente di persone che tra cori e cartelli - «fuori Eni dalla Sicilia» - si snoda tra le vie principali della città, raggiungendo infine la sede dell’Università. «Durante questa estate abbiamo avuto un duro assaggio della catastrofe climatica a cui stiamo andando incontro - ha detto Nicoletta Sanfratello, rappresentante d’istituto dell’Umberto I -. Per quanto ognuno tenti di trovare la sua singolare soluzione al problema, dal ritorno al nucleare all'autoproduzione di gas, tutti sembrano essere d'accordo su un tema: è tempo per tutti di stringere la cinghia e fare sacrifici per riuscire ad arrivare alla fine del mese. E mentre i politici continuano con le loro false promesse prima delle elezioni e le multinazionali continuano a fare profitti - ha concluso -, le nostre bollette arrivano alle stelle». I temi della protesta a Palermo non riguardano soltanto il clima: i ragazzi, infatti, scendono in piazza contro la misura dell’alternanza scuola-lavoro, mai veramente digerita dal mondo della scuola, docenti e ragazzi. Soprattutto quando questa provoca la morte degli studenti, come successo a Giuliano De Seta, studente dell’Itis Da Vinci di Portogruaro, morto nei giorni scorsi in fabbrica ad appena diciotto anni. Dalle prime ricostruzioni, il giovane sarebbe stato schiacciato mentre stava avvitando una barra di ferro del peso di circa 20 quintali. Questa, è caduta dai due cavalletti che la sostenevano senza lasciare scampo al ragazzo. La procura ha aperto le indagini e iscritto nel registro degli indagati anche due professori. «Oggi si scende in piazza anche per Giuliano, studente morto qualche giorno fa in alternanza scuola-lavoro - ha spiegato Giorgio Caruso, rappresentante del liceo scientifico Einstein -. I responsabili che hanno provocato la morte di Giuliano, e degli altri studenti prima di lui, sono gli stessi che perpetrano il tipo di società e di lavoro che ci stanno portando verso il collasso eco-climatico. Va estirpato questo sistema di valori marcio, dalle sue fondamenta, a partire dai luoghi in cui si formano i giovani. Oggi scendiamo in piazza per questo, per altro, per tutto - conclude». Dopo il corteo un gruppo di studenti si è diretto negli uffici Enel in via Marchese di Villabianca e ha manifestato contro gli aumenti dei costi dell’energia elettrica. «Per noi caro bollette. Per voi profitti alle stelle» così recita lo striscione contro l’aumento del costo delle bollette che sta mettendo in difficoltà moltissime famiglie. «Dicono che questi spropositati aumenti sono dovuti alla crisi energetica, che dobbiamo stringere la cinghia e fare sacrifici - sostengono i manifestanti - Ma non siamo tutti sulla stessa barca e non pagheremo tutti le conseguenze della crisi energetica e climatica. Mentre noi non sappiamo se potremo accendere i riscaldamenti per l’inverno, mentre noi siamo obbligati a chiudere le attività perché non riusciamo a pagare le bollette, a vivere di sacrifici per arrivare a fine mese, le multinazionali come Enel, Eni, Edison, con il benestare dei governi, continuano a profitti, con aumenti del fatturato fino al 700%» .