A 33 anni da quel 30 agosto del 1989, in cui la tribuna - in costruzione - dello stadio Barbera crolló togliendo la vita a cinque operai, la Cgil Palermo e la Fillea Cgil tornano sul luogo dell'incidente per deporre una corona di alloro e farne memoria attiva. Antonino Cusimano, Serafino Tusa, Giovanni Carollo, Giuseppe Rosone e Gaetano Palmeri avevano tra i 28 e i 31 anni quando la tribuna, in costruzione per i mondiali di calcio del 1990, li travolse. Morirono sul luogo di lavoro, schiacciati vivi da tonnellate di ferro e acciaio. “Era una tragedia annunciata – spiega ai microfoni di Gds.it Totò Alaima, segretario generale Fillea Cgil tra gli anni 82-91 -. L'appuntamento dei mondiali diventava una necessità, ma la fretta non è compatibile con la sicurezza. Noi avevamo denunciato all'ispettore del lavoro il mancato rispetto delle norme di sicurezza nel cantiere edile. Questi lavoratori erano imbracati nei tralicci e non dentro un cestello che avrebbe garantito l'autonomia funzionale e contestualmente la loro sicurezza”. Unico sopravvissuto all'incidente, il gruista, Giovan Battista Inguglia - oggi 76 enne, allora giovane operaio di 43 anni - che vide davanti ai suoi occhi la morte dei colleghi impegnati nei lavori di ampliamento dello stadio della Favorita. “Quanto è accaduto 33 anni fa, e quanto ancora oggi accade nei cantieri palermitani – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - ci obbliga ad affrontare in maniera inequivocabile il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e le condizioni in cui operano gli edili palermitani. Troppe morti, troppe irregolarità emergono in questi ultimi anni, con dei veri e propri bollettini di guerra”. Secondo i dati forniti dall’Inail, e rielaborati dall’Osservatorio Vega Engineering, la Sicilia si trova al nono posto tra le regioni italiane con 22 infortuni mortali nel primo semestre di quest’anno, con una incidenza, sui numeri nazionali, del 6,4 per cento. Confermato lo stesso numero di decessi del primo semestre del 2021 ma con una quota di incidenza sui casi nazionali (che all’epoca era ferma al 5 per cento) nettamente più alta. “Palermo si trova al 71° posto, con tre morti ma con un indice di mortalità del 9,4 per cento – aggiungono Ridulfo e Ceraulo -. Il dato degli incidenti mortali purtroppo continua a rimanere invariato e le condizioni di lavoro continuano a peggiorare. La Cgil già 33 anni fa denunciava, in riferimento alla strage dello Stadio, il meccanismo secondo il quale il profitto diventa la precondizione del lavoro, a scapito delle norme di sicurezza, che incidono notevolmente sul piano economico. Oggi purtroppo, nella maggior parte dei casi, il meccanismo non è mutato, anzi si è ancor più acuito, soprattutto da quando il governo ha introdotto i bonus edilizi, che hanno dettato tempi e modalità determinando una corsa pazzesca tra le imprese, alcune costituite ad hoc, per accaparrarsi ingenti fette di denaro”. Presente alla commemorazione anche il direttore generale del Palermo calcio, Giovanni Gardini, accompagnato dal suo staff. Nel video le interviste a Totò Alamia, segretario generale Fillea negli anni 82-91; Pietro Ceraulo, segretario generale Fillea Cgil Palermo; Giovanni Gardini, direttore generale del Palermo calcio.