«Sferracavallo è la terra di nessuno». Questa è la definizione data da Francesca Sinatra, attivista dell’associazione Amo il mio quartiere - Sferracavallo, ma che viene condivisa da tutti gli abitanti della borgata marinara. Borgata afflitta da anni da tantissimi problemi, che vanno dal traffico, che blocca ogni fine settimana i mezzi pubblici impedendo di raggiungere il capolinea, alla spazzatura. Che non riguarda solo i cumuli che si formano vicino i cassonetti, ma la spiaggia, le aiuole e le barche dei pescatori, che ogni mattina si ritrovano a dover svuotare le proprie imbarcazioni da sacchetti, bottiglie di birra, cartacce, plastica. E i topi, che da un po’ di tempo sono stati avvistati più di una volta ed entrati anche in alcune case. Ma c’è anche chi non riesce ad uscire, o entrare, da casa propria: infatti, quasi sempre, il posteggio selvaggio colpisce tutti quei portoni che danno sulla strada, occludendo e impedendo l’ingresso ai residenti: «Una volta - racconta Luca Minagra - ho aspettato circa 40 minuti per entrare a casa mia. Una macchina era posteggiata in modo tale che non avessi lo spazio fisico per poter passare ed entrare in casa. È un problema anche per mia nonna. Mi sento sempre rispondere “ah scusa stavo mangiando un panino”; è diventata invivibile». Ma il traffico, oltre che bloccare le case delle persone e gli autobus, blocca l’intero quartiere: «Vivere, entrare e uscire da Sferracavallo è impossibile - dice Giovanni Cacioppo - sai a che ora esci di casa ma non sai quando ritorni. Non è vivibile». «La borgata e le altre periferie sono sempre rimaste indietro, non sono mai state portate avanti - dice Massimo Vescovo, consigliere della VII circoscrizione -, siamo arrivati sul fondo. Non c’è più tempo. Dobbiamo attivarci. Siamo arrivati al punto - conclude Vescovo - che anche le stesse ambulanze hanno difficoltà a passare. Certe volte rimangono bloccate nel traffico».