Tutelare l'area marina protetta di Capo Gallo e Isola delle Femmine evitando ormeggi e ancoraggi selvaggi. Questo l'obiettivo della Capitaneria di porto, che – dopo un'attenta analisi e studio dei fondali condotta dall'Università degli studi di Palermo – ha ripristinato e installato quarantacinque boe di ormeggio. Un'attività che non si conduceva dal 2017 al fine di contingentare gli ingressi di natanti e imbarcazioni all’interno dell’area protetta. Stamane, nei locali della Direzione marittima della Capitaneria di Porto di Palermo, la conferenza stampa di presentazione dei lavori. “È un'attività molto importante – afferma il comandante Vito Ciringione, segretario della riserva marina protetta e caposervizio della direzione marittima – vogliamo tutelare l'area marina protetta dando una razionalizzazione agli ormeggi”. L’ormeggio sarà possibile per tutte le unità da diporto fino a 24 metri di lunghezza fuori tutto, dietro autorizzazione e pagamento di un ticket giornaliero: la richiesta e il versamento potranno essere effettuati sulla pagina web http://www.ampcapogallo-isola.it/permessi.php. Ad ogni gavitello potranno ormeggiarsi 3 unità da diporto, fino ad un numero totale massimo di 135 al giorno. “La gente deve conoscere il valore che c'è dentro quest'area marina protetta – conclude Gianluca Sarà, responsabile del laboratorio di ecologia dell'Università degli studi di Palermo – ci sono una serie di habitat estremamente importanti e meritevoli di protezione e conservazione: dalla posidonia oceanica, vessillo e simbolo degli habitat mediterranei, ai coralli e le aragoste”. Nel video le interviste al comandante Vito Ciringione, segretario della riserva marina protetta di Capo Gallo e Isola delle Femmine e a Gianluca Sarà, responsabile del laboratorio di ecologia dell'Università degli studi di Palermo.