Mafia a Palermo, altri 9 arresti nel mandamento Noce: nella rete il capofamiglia di Altarello. I nomi
La polizia di Palermo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 indagati, accusati a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione con l'aggravante del metodo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Per 8 è stato disposto il carcere, per uno i domiciliari. Gli indagati nell’operazione antimafia Intero mandamento 2 della polizia di Stato sul mandamento mafioso della Noce a Palermo sono: Giacomo Abbate, 33 anni, Paolo Castelluccio, 38 anni, Giovanni D’Alba, 68 anni, Daniele Formisano, 47 anni, Tommaso Sciacovelli, 43 anni, Pietro Tumminia, 50 anni, Antonino Tognetti, 26 anni e Felisiano Tognetti, 50 anni, che sono in carcere. Ai domiciliari Paolo Gulotta, 74 anni. L'indagine della squadra mobile e dello Sco della direzione centrale anticrimine ha ricostruito l’organigramma delle famiglie mafiose palermitane del mandamento della Noce e Cruillas che comprende le cosche della Noce, Cruillas, Malaspina e Altarello. L’indagine è la prosecuzione di quella dello scorso maggio sugli stessi clan ed è a carico di altre 9 persone, anche loro accusate di fare parte dell’associazione mafiosa. Tra gli arrestati, oggi, c'è Pietro Tumminia, detto Pierone, ritenuto il capo della «famiglia» di Altarello. Tumminia era uscito dal carcere nel dicembre del 2020 e avrebbe sin dai primi giorni della scarcerazione riorganizzato il mandamento. La sua autorità non è mai stata messa in discussione dagli altri componenti dell’organizzazione. Tra le attività contestate agli indagati quella estorsiva nei confronti di commercianti, artigiani e imprenditori della zona. Anche ad Altarello, come in altre zone di Palermo come emerso da decine di ordinanze e operazioni in passato, serviva l'autorizzazione preventiva del clan per l’avvio di iniziative economiche. Tra gli indagati c'è anche Paolo Gulotta, un insospettabile ed incensurato artigiano palermitano, rintracciato a Pantelleria, finito agli arresti domiciliari, che, nonostante si occupasse della sua attività di falegname, di fatto sarebbe risultato un esattore del pizzo per conto della famiglia mafiosa di Altarello. Nel corso dell’operazione, infine, è stato sequestrato un parcheggio a pagamento nel quartiere Noce che secondo le indagini sarebbe intestato a un prestanome, ma sarebbe riconducibile allo stesso Tumminia.