Corruzione e truffa sui fondi Ue in Sicilia: "Così truccavano le richieste, 60 gli indagati"
L'inchiesta della Procura europea su una truffa relativa a fondi Ue che ha portato all'arresto di 12 persone ha fatto emergere l'esistenza di un'organizzazione di cui fanno parte funzionari e professionisti che sarebbe stata in grado di condizionare le scelte della pubblica amministrazione per consentire l'ammissione al finanziamento pubblico di progetti presentati tramite studi tecnici della provincia di Palermo dove operano agronomi e ingegneri. Sono due i filoni di indagine: il primo riguarda i finanziamenti pubblici percepiti indebitamente, il secondo, invece, è incentrato sull'operato dei funzionari pubblici che avevano il compito di controllare i requisiti e l'attribuzione dei punteggi per l'ammissione al contributo delle domande di finanziamento. Nella fase di rendicontazione, sarebbero state rallentate in modo illecito le procedure di collaudo e controllo così da evitare l'applicazione di penali, ovvero la decadenza o la revoca dei contributi già erogati. Sarebbero stati accertati diversi episodi di corruzione. I funzionari pubblici avrebbero omesso, in qualità di componenti della commissione incaricata, di verificare i presupposti per l'ammissione delle domande, di rilevare i vizi della documentazione presentata ricevendo in cambio prestazioni professionali a favore di uno stretto familiare. Sarebbero 18 le pratiche relative a finanziamenti indebitamente percepiti a danno dei bilanci europeo, nazionale e della Regione Siciliana per un ammontare complessivo di 2,5 milioni di euro, somma che è stata sottoposta a sequestro preventivo. "La corruzione purtroppo si conferma per il nostro Paese come un vero e proprio cancro da estirpare che produce effetti devastanti per l'economia, per la concorrenza a scapito degli imprenditori rispettosi delle regole, nonché per l'accessibilità e la qualità dei servizi, ma anche danni irreparabili alla fiducia che i cittadini devono poter riporre nei confronti di chi svolge funzioni pubbliche", dice in questo video è il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Palermo. "Fondamentale inoltre è il corretto impiego dei fondi pubblici, - aggiunge Angelini - europei e nazionali, che in un territorio come quello siciliano possono rappresentare una reale occasione di sviluppo, un vero volano per la crescita del tessuto economico-imprenditoriale e per i connessi riflessi in termini occupazionali: obiettivi questi che si possono raggiungere solo a condizione che i finanziamenti vengano percepiti da chi ne ha effettivamente titolo e che siano utilizzati realmente per le finalità per le quali sono erogati. L'attenzione investigativa della Guardia di Finanza continuerà ad essere massima per contrastare ogni forma di interesse della criminalità economico finanziaria, assicurando un concreto ristoro dei pubblici bilanci ai quali tutti i cittadini onesti contribuiscono".