Prima organizzatore di lotte contadine, poi consigliere comunale a Palermo. Segretario della Cgil e deputato del Pci, rimarrà nella storia per l'introduzione del 416 bis, la legge che, per la prima volta nel codice penale, riconosce il reato di associazione a stampo mafioso. Pio La Torre fu assassinato, 40 anni fa, il 30 aprile del 1982 . Fu la mafia a ucciderlo, pochi mesi prima dell'introduzione della norma, insieme all'autista e compagno di partito Rosario Di Salvo.
A quarant'anni dalla sua scomparsa, il Dipartimento di Scienze politiche e Relazioni internazionali dell'Università degli studi di Palermo, gli dedica un seminario. «Abbiamo pensato di tornare sulla figura di Pio La Torre in questo momento complicato – spiega Tommaso Baris, docente di storia contemporanea all'Università degli studi di Palermo - per restituire una memoria storica importante anche agli studenti alle generazioni più giovani».
Organizzato in collaborazione con l'istituto Gramsci, il seminario ha visto alternarsi gli interventi dei docenti: Manfredi Alberti, Salvatore Nicosia, Tommaso Baris, Nino Blando, Manoela Patti e Matteo Di Figlia. «Era una figura esemplare – spiega il presidente dell'istituto Gramsci, Salvatore Nicosia – un politico a tutto campo. Si è occupato di sindacato, di partito, della pace, dell'occupazione delle terre. E non aveva solo la forza di mandare avanti questi problemi ma anche di scriverne».
Nel video le interviste a Tommaso Baris e a Salvatore Nicosia.
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