Anche i lavoratori ex Almaviva a Portella: «Il Primo Maggio non diventi la festa del non lavoro»
A Portella della Ginestra oggi c'erano anche loro, alcuni operatori del call center di Covisian e Almaviva. Hanno preso parte alla manifestazione della Cgil, come si vede da queste immagini, mentre sulle loro teste pende la spada di damocle di un lavoro che si allontana. Dovrebbe essere anche la loro festa ma in realtà oggi è una giornata di preoccupazioni, riflessioni, ansie. Il futuro dei 543 lavoratori è sempre più nebuloso per il mancato accordo tra la società fornitrice del servizio di customer care ovvero Covisian e la compagnia aerea Ita. La commessa è saltata. Il servizio doveva essere assicurato fino al 30 aprile e ieri quindi è stato l’ultimo giorno di servizio per 221 lavoratori. Ma Almaviva ha avviato le procedure di licenziamento anche per altri 322 operatori. Il licenziamento collettivo è ormai una dura realtà, i sindacati, però, provano a giocarsi le ultime carte chiedendo un ulteriore incontro al Mise, in cui sia presente questa volta anche Ita, che invece aveva disertato la prima riunione. «È un Primo Maggio poco sereno - commenta Massimo Fiduccia, Slc Cgil Almaviva -. Ieri è stato l'ultimo giorno di attività per i lavoratori di Covisian sulla commessa Ita. Il tavolo del 20 aprile è rimasto in sospeso. Non possiamo consentire il licenziamento di 543 persone, non possiamo permettere che il Primo Maggio diventi la festa del non lavoro». Anche dalla politica arrivano nuovi appelli per dare un futuro agli operatori del call center. «Nel giorno della festa del lavoro - scrive sulla sua pagina Facebook il deputato del Pd Carmelo Miceli che nei giorni scorsi ha portato la vertenza in Parlamento -, un pensiero particolare va ai lavoratori ex Almaviva, 543 vittime di un accordo tra Covisian e Ita non mantenuto. Ecco, in un giorno in cui per queste persone e per le loro famiglie non c’è nulla da festeggiare, chi ha l’onore e l’onere di rappresentare le istituzioni ha il dovere di assumere l’impegno a fare tutto il possibile affinché la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori torni a prevalere sulle spietate logiche del profitto, specie nelle aziende di Stato. L’Italia è e deve rimanere una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Sulla vertenza interviene anche Fabrizio Ferrandelli, presidente dell'assemblea di +Europa e candidato sindaco di Palermo. «Oggi è la festa della lavoratrici e dei lavoratori, una festa che, dopo due anni, possiamo vivere 'normalmente' e con meno restrizioni. Non sarà, però, festa per tutti perché i lavoratori Covisian e Almaviva si vedono costretti a lottare per un diritto fondamentale come quello del lavoro che oggi è calpestato. Per questo chiedo, a gran voce, l'intervento da parte del Governo e il rispetto, da parte della compagnia di bandiera Ita, degli accordi e di garantire in tutti i modi il lavoro a queste madri e padri di famiglia che rischiano di trovarsi, da un giorno all'altro, senza occupazione».