“Due anni di isolamento sociale e lezioni a distanza hanno generato un sentimento di sfiducia forte, ma anche una percezione maggiore da parte degli studenti della capacità camaleontica delle mafie, pronte a sfruttare i varchi aperti dalla crisi pandemica così come dall'aggressione della Russia contro l'Ucraina”, lo ha detto il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, all'Ars commentando i risultati del progetto educativo antimafia, sostenuto dal ministero dell'Istruzione, “che ha coinvolto più di 600 scuole registrando picchi di partecipazione alle singole videoconferenze, riconosciute dal ministero come lezioni di educazione civica, che hanno superato i 140mila contatti unici”. La ricerca è stata presentata in occasione del 40esimo anniversario dell'uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. I giovani nutrono forte sfiducia nella classe dirigente, credono in una maggiore contiguità tra politica e mafia, ma sono anche più consapevoli della necessità di un cambiamento e, nella stragrande maggioranza, preferiscono discutere di mafia a scuola, con i loro docenti.
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