Almaviva e Covisian, la rabbia dei lavoratori di Palermo: protesta alla stazione Notarbartolo
Circa 300 lavoratori e lavoratrici di Covisian e Almaviva sono entrati nella stazione ferroviaria Notarbartolo di Palermo per protestare contro il comportamento di Ita nella vertenza sui Call center. Ieri la compagnia aerea, controllata dallo Stato, aveva disertato il tavolo convocato dal governo dando notizia di 150 assunzioni per chiamata diretta. «Il lavoro non si tocca», è uno degli slogan più urlati, insieme a «Vergogna Vergogna» e insulti al vertice di Ita. «Il comportamento di Ita - dice Massimiliano Fiduccia della Slc Cgil - è indecente». La protesta delle lavoratrici e dei lavoratori Covisian e Almaviva «continua a oltranza» confermano le sigle sindacali, il giorno dopo la fumata nera al tavolo del ministero del Lavoro sulla sorte di 543 operatori. Oggi circa 300 lavoratori hanno invaso il cruciale punto di snodo ferroviario cittadino. «Chiediamo al governo - spiegano i sindacati - un intervento immediato e risolutivo nei confronti di Ita, società al 100% di proprietà dello Stato, alla quale è stato permesso di avviare una gara al massimo ribasso che elude proprio le leggi italiane. Continueremo a lottare a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori senza sosta affinchè l’accordo sottoscritto da Covisian in sede ministeriale il 21 ottobre non venga disatteso. A Covisian diciamo che gli accordi sindacali, la professionalità e la dedizione delle lavoratrici e dei lavoratori vanno rispettati. Scenderemo in strada per difendere i diritti e la dignità umana, per il rispetto degli accordi sottoscritti, per la corretta applicazione delle clausole sociali e per l’affermazione di uno Stato di diritto che possa tutelare le persone».
La vertenza arriva in Parlamento
"I vertici Ita Airways saranno convocati in audizione nella commissione Lavoro della Camera, a spiegare le scelte che stanno portando al licenziamento di oltre 500 lavoratori e il comportamento antistituzionale tenuto nei confronti del Ministero del Lavoro. Mi auguro che chi dirige una società completamente controllata dallo Stato non vorrà ripetere nei confronti del Parlamento l'errore grave commesso con il Governo. Dobbiamo una risposta ai lavoratori e alle famiglie mobilitati a Palermo e Rende", dichiara la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura. "Quando sono in discussione centinaia di posti di lavoro - aggiunge la presidente dem - il confronto con le Istituzioni è un passaggio obbligato, proprio per esperire ogni tentativo per evitare i licenziamenti. Dunque corretta e puntuale la richiesta dei colleghi Miceli e Bruno Bossio di coinvolgere gli organi parlamentari, al fine di fare chiarezza su quanto accaduto e soprattutto ricominciare un percorso più attento alle istanze sociali, come dovrebbe più di altri una società dello Stato". "Sono molto felice che la presidente della Commissione Lavoro Romina Mura abbia accolto il mio invito - commenta il deputato del Pd Carmelo Miceli -. I vertici della compagnia di bandiera e di Covisian hanno il dovere di chiarire, nella sede parlamentare, le vere ragioni del licenziamento, la causa della mancata partecipazione al tavolo convocato dal ministro Orlando e, soprattutto, le soluzioni che intendono adottare nell’immediato a tutela di tutti i lavoratori". Miceli non si ferma dopo la fumata nera di ieri al tavolo convocato al Ministero del Lavoro e batte i pugni portando in Parlamento il caso del personale del call center di Palermo e Rende. "La disperazione dei lavoratori e delle loro famiglie è ormai un dramma sociale di dimensioni enormi. Lo dimostra la nuova protesta di oggi alla stazione Notarbartolo di Palermo con il blocco della ferrovia. Davanti alle loro sofferenze e alle loro difficoltà ribadisco che siamo incondizionatamente dalla parte dei lavoratori e che continueremo a fare ogni tentativo affinché sia dato loro un futuro certo". Miceli ha auspicato anche l'intervento diretto dei ministri competenti: "Chiedo che il governo obblighi Ita a offrire soluzioni alternative: o la richiesta di un nuovo call center in grado di assorbire tutti i lavoratori ex Almaviva e Covisian o la loro internalizzazione".
La posizione di Ita
La nuova compagnia di bandiera ha spiegato la propria posizione in una missiva mandata ieri allo stesso ministero del Lavoro, in occasione del tavolo, elencando nel dettaglio i motivi della sua assenza. In primis sottolinea di non essere stata presente perchè si ritiene "parte lesa" a seguito "della rottura unilaterale da parte di Covisian del contratto di fornitura del call center" e ritiene "responsabile" esclusivamente l'azienda "che non ha dato seguito ne' al contratto sottoscritto con Ita ne' all'intesa sulla clausola sociale relativa ai dipendenti Almaviva". L'azienda parla quindi di un "venir meno del rapporto di fiducia tra le parti, e l'avvio delle relative azioni legali". Nella lettera Ita segnala "l'enorme disagio causato da Covisian a tutti i clienti e alla Compagnia, con livelli di servizio scesi da un tasso di risposta del 98% a valori del 26%, nel periodo pasquale e all'inizio della stagione estiva". E rimarca anche "la velocità del processo di assunzioni generata dall'improvvisa decisione di Covisian" oltre alla "formazione di un call center interno, che, per far fronte all'estrema emergenza, conta già circa 150 assunti, di cui più del 50% lavoratori Alitalia in Amministrazione Straordinaria".