“Quanti hanno in potere di fare smettere questa guerra, che la fermino e che si cerchi con tutto il cuore e in tutta verità la via del dialogo”. In una Cattedrale piena di fedeli, nel giorno di Pasqua, l'arcivescovo Corrado Lorefice ricorda, durante l'omelia, la guerra in Ucraina. È la prima Pasqua, dopo due anni di pandemia, più vicina alla normalità con il ritorno alle processioni e lo svolgimento ordinario delle celebrazioni.
“Il travaglio della storia di ieri e di oggi – continua Lorefice - il macigno dell'odierna vicenda umana bloccata ancora al secolo passato con la sua terza guerra mondiale a pezzi sotto casa nostra, in Ucraina, e in altri angoli della Terra converge e riparte dal sepolcro vuoto, dal Crocifisso risorto, dall'amore che vince ogni sorta di male”.
Parte dalle parole di Gesù a Maria Maddalena, l'augurio dell'arcivescovo: “Perché il mondo piange? E, in fondo, chi cerchiamo? Che la luce di Pasqua possa trasfigurare le nostre vite e i nostri cuori possano trovare la risposta a queste domande di fondo”.
E, ai microfoni di gds.it, rilascia un commento sulle prossime elezioni amministrative: “La cosa più importante è che si resti dalla parte della gente, che si conoscano le strade, le case. Che la politica si faccia lì e non nei palazzi”.
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