Oltre ai reati di gestione illecita e combustione illecita di rifiuti, gli inquirenti contestano altresì ai sei indagati il reato di inquinamento ambientale, considerata la compromissione significativa delle aree interessate, il cui suolo era continuo ricettacolo di rifiuti, che in esso venivano compattati, sì da causarne un notevole deterioramento.
Nel corso delle operazioni, venivano perquisite e poste sotto sequestro: due aree private site a Bagheria, dell’ampiezza di circa 500 mq cadauna, adibite allo stoccaggio e illecito smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non, riconducibili ai due prefati imprenditori bagheresi; la cava “Valle Fonda” di Belmonte Mezzagno, della superficie di circa 79.000 mq, ove venivano illecitamente conferiti detti rifiuti; sei autocarri (di cui uno circolante, benché gravato da provvedimento di fermo amministrativo), utilizzati dagli indagati per l’illecito trasporto dei rifiuti. Venivano inoltre perquisite le sedi delle sette ditte che gestivano i cantieri comunali sopra citati nonché la cava “Valle Fonda”, con conseguente sequestro di copiosa documentazione amministrativa ritenuta utile all’accertamento dei fatti oggetto d’indagine. I beni in sequestro, il cui valore economico si aggira sui 2.500.000,00 euro, venivano affidati in giudiziale custodia agli aventi diritto, in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria.
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