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Giornata dei camici bianchi, i medici di Palermo: "Non chiamateci eroi"

A Palermo le celebrazioni in occasione della seconda edizione della “Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato”. Nel pomeriggio di oggi (21 febbraio) un incontro multireligioso nel ricordo dei medici che in questi due anni di pandemia hanno perso la vita.

La preghiera si è svolta nella Chiesa della Madonna delle Lacrime dell’Ospedale Buccheri La Ferla alla presenza dell’arcivescovo Corrado Lorefice e dei rappresentanti delle comunità religiose musulmana, ebraica e ortodossa. Insieme, raccolti in una solenne cerimonia, anche i vertici del mondo istituzionale, universitario e medico.

In Sicilia sono circa 22 i medici deceduti, mentre nell'intero stivale la lista è arrivata a quota 370. “I numeri sono in continuo aggiornamento - ha detto il presidente dell’Omceo Toti Amato, membro del direttivo nazionale della Fnomceo.- rifiutiamo il termine di eroi perché non sono eroi. Sono medici che hanno compiuto il loro dovere e nel momento stesso hanno adempiuto a quella che è la massima espressione dell'etica e della deontologia”.

All'inizio della pandemia molti operatori sanitari erano ancora sprovvisti di protezioni: “In tanti lavoravano a mani nude – ha ricordato Amato - hanno rischiato e perso la loro vita per salvarne altre nel corso di un’emergenza pandemica senza precedenti”.

Nel video le interviste a: Toti Amato, presidente dell'ordine dei medici di Palermo; Nino Amato, presidente dell'ordine degli infermieri di Palermo; Bedri El Meddeni, nuovo Imam tunisino di Palermo e monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo

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