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Frode fiscale tra Carini e Bagheria, Angelini: "Così evadevano le tasse"

Un meccanismo basato su falsi contratti di appalto e grazie al quale gli indagati riuscivano ad ottenere un doppio vantaggio. Così Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo, spiega il sequestro per un milione di euro alla Randazzo srl, la società di spedizioni di Carini al centro di una indagine per reati tributari ed emissioni di fatture false.

Indagini scattate dopo una verifica fiscale nei confronti della società impegnata nel settore dei trasporti in provincia di Palermo, che negli anni 2015 e 2016 avrebbe utilizzato fatture false per oltre 5 milioni di euro.

Il sistema messo a punto, secondo gli investigatori, avrebbe riguardato due aspetti. "Da un lato - spiega Angelini - gli imprenditori al centro dell'inchiesta si liberavano dagli obblighi previdenziali che gravano sui datori di lavoro. Dall'altro riuscivano ad abbattere l'imponibile grazie a fatture inesistenti".

"Questa operazione - aggiunge -, in stretto coordinamento con la Procura di Palermo, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione della guardia di finanza, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità e a garantire il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme provento delle condotte illecite e tutelare le imprese che operano nel rispetto della legge, soprattutto nell’attuale fase di congiuntura economica negativa causata dalla pandemia in atto".

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