Sono cinquantatré, come gli anni di Giovanni Falcone. I cani di Velasco, dopo aver occupato l'aula bunker, sono passati in questura, a Palermo. Uno però – quello d'oro, il cinquantaquattresimo - è rimasto dentro l'archivio del maxiprocesso, tra i faldoni scritti a mano dallo stesso giudice Falcone. Stamane la presentazione ufficiale alla presenza delle autorità.
“Guardando questi cani – racconta Maria Falcone – ho avuto un'emozione particolare: ho ripensato ai poteri occulti, quelle menti raffinatissime che hanno aiutato la mafia a portare avanti i loro interessi. Un branco che attentava la bellezza delle istituzioni”.
“La presenza è potenza” si vantavano i padrini agrigentini intercettati dagli investigatori. Così, simbolicamente, il branco è andato ad occupare gli spazi chiave della lotta alla criminalità organizzata. Il percorso è iniziato il 23 maggio in Aula Bunker. E dopo i locali della questura toccherà alla sede dell'Assemblea regionale siciliana, i primi di gennaio. “La sede del potere politico – sottolinea la professoressa Falcone - deve sempre stare molto attento a quelle che possono essere le pulsioni negative che vengono dal branco”.
Il progetto nasce 20 anni fa da un'idea di Velasco Vitali. Diversi i possibili significati da attribuire alle 53 sculture, randagie e aggressive o mansuete e fedeli all'occorrenza. “I cani siamo noi, nei nostri istinti primari, quelli più primitivi – rivela l'autore – le installazioni sono costruite e modellate con i materiali dell'abusivismo edilizio”. E' una scelta linguistica importante, spiega l'artista bellanese: "se tradotto in arte, l'abuso è un vantaggio, un valore aggiunto”.
La Questura si apre quindi all'arte contemporanea e alla città, ospitando visite scolastiche e turisti. “Queste settimane quasi tutti i giorni abbiamo ospitato gruppi di visitatori – ha spiegato il Questore della provincia di Palermo, Leopoldo Laricchia - anche turisti non palermitani. Le guide le hanno fatte gli agenti stessi, hanno spiegato il significato dell'allestimento in questo luogo che devo dire è molto suggestivo”.
Presenti all'inaugurazione della mostra: il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia; la professoressa Maria Falcone; il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani; il presidente dell'Ars, Gianfranco Micciché; l'artista Velasco Vitali e il curatore della mostra, Alessandro De Lisi. Nel corso della presentazione sono intervenuti, in video collegamento: il capo della polizia, Lamberto Giannini; il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi ed il ministro dell’Interno, Luciana Lamborgese.
“Non dobbiamo mai abbassare la guardia – ha detto Lamorgese – la mafia tende ad insinuarsi anche nei fondi del pnrr. Sistemare questi cani in un luogo dove quotidianamente si combatte la criminalità è un grande segnale. E' importante fare squadra perché lo Stato è uno”.
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