Il Canale di Sicilia crocevia dei traffici illeciti tra il Nord Africa e l'Europa. Ne parla il colonello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico e finanziaria della guardia di finanza di Palermo, dopo i fermi di 13 contrabbandieri di sigarette.
"Aspetto peculiare dell'indagine è la raccolta di elementi di prova che supportano l'esistenza di un gruppo organizzato di natura transnazionale, composto da italiani e tunisini: una sorta di joint venture criminale costituita per la realizzazione di gravi condotte di contrabbando di ingenti quantitativi di sigarette". Lo dice il colonello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo dopo i fermi di 13 contrabbandieri di sigarette. "Le investigazioni hanno confermato l'attualità del fenomeno del contrabbando che rappresenta una grave forma di evasione: basti pensare che solo in relazione alle sigarette sequestrate nel corso delle indagini tra dazi, Iva e accise si è generato un danno per le casse dello Stato e dell'Unione Europea per oltre 6 milioni di euro", spiega.
"Altrettanto gravi - conclude - sono i rischi per la salute dei consumatori: le marche sequestrate rientrano, tra le cosiddette 'cheap white', cioè sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi dell'Europa dell'Est e del medio Oriente, non ammesse però per la vendita all'interno dell'Unione Europea proprio perché non rispettano gli standard di sicurezza minimi richiesti".
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