Palermo

Giovedì 21 Novembre 2024

Violenza sulle donne, le associazioni in piazza a Palermo: "In Sicilia allarme più forte"

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Sono scese in piazza nonostante la pioggia e il maltempo per urlare solidarietà alle donne vittime di violenza. Semi-nude e incatenate, davanti ad un Teatro Massimo illuminato di rosso, nel ricordo delle 103 donne che solo nel 2021 hanno perso la vita per mano di un uomo. “Se oggi siamo qui è per le migliaia di compagne che ogni giorno vengono assassinate e torturate in tutto il pianeta”. Indossano dei pantaloncini colorati sopra le calze a rete, lo scotch nei capezzoli e il pugno alzato. Non temono né la pioggia né il freddo e in coro ricordano Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Insieme alle ragazze di Non una di meno, in centinaia hanno percorso le vie del centro storico da piazza Verdi fino a Palazzo dei Normanni per chiedere alle istituzioni una risposta concreta. “Siamo il grido altissimo e feroce – intonano in coro, mentre avanzano con cartelloni e striscioni sotto gli ombrelli - di tutte quelle donne che più non hanno voce”. “Non potevamo farci fermare neppure dalla pioggia – spiega Giuliana Spera di Non una di meno - era necessario tornare in piazza dopo due anni in cui non siamo riuscite a farlo a causa della pandemia. In Sicilia ci sono delle condizioni particolari per cui consideriamo la violenza di genere ancora più forte. Il livello di obiettori di coscienza supera l'80%, il tasso di disoccupazione femminile è uno dei più alti in Europa e mancano i servizi, i finanziamenti ai centri antiviolenza, gli asili nido sono pochissimi”. “Ci sono tantissime donne che chiedono aiuto per uscire dalle loro situazioni di violenza – afferma Maria Grazia Patronaggio, presidente dell'associazione Le Onde onlus - Noi nel 2021 da gennaio a ottobre abbiamo ricevuto la richiesta di contatto e di aiuto di 771 donne, sono tante. Oltre a manifestare occorre sensibilizzare anche i decisori politici affinché vengano sostenuti i centri antiviolenza. Occorre sostenerli con delle risorse economiche adeguate e soprattutto fare in modo che cambi la mentalità, le donne non vengano più discriminate”.

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