Cialde sequestrate a Palermo, Di Dio: "Concorrenza sleale e prodotto pericoloso"
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"Parliamo di abusivismo, parliamo di concorrenza sleale, parliamo di possibili problemi alla salute del consumatore. Il sequestro di oggi dimostra l'importanza del controllo del territorio da parte dello Stato, ed è per questo che non posso far altro che fare i complimenti alle forze dell'ordine per l'operazione, in questo caso alla guardia di finanza. E' la dimostrazione che i commercianti, in questo, non sono lasciati soli". A dirlo è Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente Confcommercio nazionale con delega alla legalità, che commenta il sequestro nel capoluogo siciliano di oltre 237 chili di caffè sprovvisti delle informazioni relative alla tracciabilità dei generi alimentari. "E' fondamentale arginare un fenomeno come questo, che nuoce all’impresa reale, con possibili legami con l'organizzazione criminale, per non parlare della concorrenza sleale: senza iva, senza tasse, c’è già tutto quello che non si può risparmiare - dice la Di Dio -. Mentre tutto quello che si vende in un negozio è sottoposto a controlli, dietro a questi prodotti sequestrato non c'è tutela, non c'è dietro l'impresa sana. Probabilmente il consumatore è abbagliato dal buon prezzo, ma on pensa che in termini di salute ci può anche rimettere e pagarla a caro prezzo, visto che si parla di cibo che ingeriamo, e non di vestiti. Bisogna stare più attenti anche sotto questo punto di vista". Le fiamme gialle durante un controllo presso un'attività commerciale di rivendita di acqua e caffè in cialde monouso a Palermo, hanno accertato che il titolare, sprovvisto di partita Iva, non era in grado di esibire alcuna licenza o autorizzazione rilasciata dal Comune, e hanno scoperto inoltre 7.100 cialde di caffè, pari a 56 chili senza tracciabilità. Nel corso dei controlli in una torrefazione fornitrice della rivendita abusiva, cono stati trovati al 180 chili di caffè suddivisi in 22.600 cialde senza le informazioni necessarie. I finanzieri hanno segnalato il titolare della rivendita abusiva agli organi competenti per le sanzioni.