Sono stati ordinati nella Cattedrale di Palermo, dall'arcivescovo Corrado Lorefice, nel giorno in cui la Chiesa ricorda il beato Padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia a Brancaccio. Si tratta di due diaconi e un presbitero, tutti e tre formati nel Seminario arcivescovile di Palermo.
Giuseppe Calafiore ha 38 anni, una vita trascorsa in parrocchia sin dall'infanzia, tra Palermo e Bagheria. “Sono cresciuto in parrocchia – racconta il neo diacono - subito dopo la comunione mi sono inserito all'interno del gruppo dei ministranti". Già a quell'età Giuseppe aveva intuito la sua missione, grazie anche alla testimonianza dell'ex parroco, don Mariano Lo Coco. "Una testimonianza semplice, - ricorda - vera e sincera di vita sacerdotale”.
La volontà quindi di entrare in seminario subito dopo il diploma al liceo scientifico. “Chiesi di entrare in seminario subito dopo il diploma – spiega - però concluso l'anno propedeutico, per timidezza, per insicurezze, ho abbandonato. Non mi sentivo all'altezza di questo compito, di questa vita sacerdotale così importante”.
Poi il ritorno alla vita di mondo, i diversi lavori e l'allontanamento dalla Chiesa. “Andavo a Messa solo per Natale e Pasqua - racconta Giuseppe - ho avuto diverse esperienze lavorative, mi sono impegnato nell'ambito sociosanitario di dialisi, lavoravo a stretto contatto con persone sofferenti"
Improvviso, il riavvicinamento: "Durante una missione vocazionale un giovane mi chiese 'ma tu dove cerchi la felicità?' e lì si è riaccesa la fiammella che si era spenta nel 2002, ho iniziato di nuovo a frequentare la parrocchia e oggi sono qui”.
L'altro diacono invece è palermitano, si chiama Alessio Taormina e ha 29 anni. Dopo essersi diplomato al liceo classico Vittorio Emanuele, si è iscritto alla facoltà di Lettere e ha iniziato a frequentare il conservatorio. Una vita normale da ragazzo normale.
"Ero fidanzato - racconta Alessio -, avevo amici normali con i quali uscivo, e continuo ad uscire. Ad un certo punto, in mezzo alla folla di cui mi circondavo, ho sentito un profondo senso di mancanza. Mi mancava qualcosa". Il giovane universitario ha quindi iniziato ad interrogarsi: "Lì è cominciato il mio cammino - spiega - piano piano. Ho incontrato Cristo nella lettura della Sacra Scrittura”.
“L'Alessio di prima e l'Alessio di dopo è la stessa identica persona - mentre risponde alla domanda il neodiacono sorride -: Cristo non cambia quello che siamo, semplicemente ci rende persone innamorate, felici di annunciare un incontro”.
Poi c'è Daniele Comito, 27enne di Misilmeri, un giovanissimo diacono, adesso presbitero. "Concluso il liceo ho preso un anno di sosta per fare un po di discernimento - racconta Don Daniele - erano anni in cui mi interrogavo come ogni ragazzo sulla mia vita, sul senso che la mia vita possedeva “
Poi ad appena vent'anni la decisione di entrare in seminario. "Ho capito che questa poteva essere la mia strada - conclude - sono stati sette anni di cammino intensi”. Adesso il suo nome è preceduto da un "Don".
"Abbiamo bisogno di questi chicchi di grano - ha detto nel corso della celebrazione il Vescovo, Corrado Lorefice - disposti a farsi macinare". La Chiesa palermitana è in festa.
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