Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Emergenza cinghiali sulle Madonie, arrivano i selecontrollori: formati per abbattere i suidi

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Dopo i sette giorni di corso a Petralia Sottana, per formare i selecontrollori delle alte Madonie, è iniziato ieri a Castelbuono il corso di formazione per formare i selecontrollori delle basse Madonie, che avranno il compito di attuare i piani di cattura ed abbattimento previsti dal piano di gestione adottato dall'Ente Parco per eliminare una volta per tutte l’emergenza suidi all’interno dell’area protetta. Presente al primo giorno di formazione tenutosi presso la sala delle Capriate, a Castelbuono, anche l’assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro: “Siamo assolutamente decisi a risolvere il problema. Per questo stiamo formando diverse decine di uomini che già dalle prossime settimane si porranno in contrasto a questa crescita indiscriminata di suidi all’interno del Parco delle Madonie. Si tratta di squadre che cacceranno secondo regole ben precise, approvate anche dal Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale. Fra queste ad esempio la provenienza dei selecontrollori, che devono essere soggetti residenti nei comuni del Parco, o il fatto che ogni squadra deve sempre essere accompagnata da un uomo in divisa, che sia un agente della forestale, della polizia municipale o anche un carabiniere. Dobbiamo dare un segnale preciso – conclude Cordaro – per far capire a tutti che su alcuni temi, come l'abbattimento dei suidi, stiamo agendo nel rispetto delle leggi e delle regole e non intendiamo tornare indietro”. Quello del sovrappopolamento dei suidi nel Parco delle Madonie è un fenomeno ormai radicato che ha avuto origine ancor prima dell'istituzione dell'Ente di protezione ambientale e che gli uffici del Parco hanno dovuto affrontare fin dai primissimi anni. Per lungo tempo, a causa di una drammatica carenza normativa, l'Ente Parco si è dovuto limitare ad occuparsi degli indennizzi ma non ha mai rinunciato ad un ruolo più attivo ed efficace riuscendo, nel 2010, a dotarsi di un Piano di Gestione per il "selecontrollo" di questa specie ibrida ed oltremodo dannosa. “Ci chiediamo perché in tanti luoghi del mondo la caccia, regolamentata, venga usata anche come volano economico. – prosegue Toto Cordaro – L’intelligenza, il buon senso e l’applicazione delle leggi ci devono far guardare avanti. Se oltre alla tutela dell’ambiente riusciamo anche a valorizzare le attività economiche ad essa connesse saremo riusciti a centrare l’intento che voglio perseguire”

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