Borsellino, il questore ricorda gli agenti della scorta: "Palermo bagnata dal sangue dei poliziotti uccisi dalla mafia"
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"Palermo è la Questura simbolo della polizia di Stato. Palermo è la città dove la maggior parte dei poliziotti hanno lasciato la vita per combattere il fenomeno mafioso. Noi contiamo più di trenta poliziotti, tra funzionari e agenti, che hanno lasciato il sangue sulle strade di Palermo. La città di Palermo è bagnata del sangue dei poliziotti, oltre che di tanta altra gente onesta, altri funzionari dello Stato, giornalisti e magistrati". Lo ha detto il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, nel corso dell’incontro con le Agende Rosse, davanti al Reparto Scorte, in occasione della ricorrenza della strage di via D’Amelio. Il questore questa mattina al cimitero dei Rotoli di Palermo ha deposto dei cuscini di fiori sulle tombe degli agenti Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano. "Insieme ai poliziotti c'erano i magistrati - ha sottolineato -. C'è un legame indissolubile tra polizia e magistratura, a Palermo, un legame che non può essere rescisso perchè la morte l'hanno trovata insieme". Il questore ha ricordato che tra le fila della polizia c'è anche "Manfredi, il secondogenito di Paolo Borsellino. Un funzionario, un dirigente che veste con onore la sua uniforme, che svolge il suo servizio in silenzio come suo padre gli ha insegnato". Inoltre, ha raccontato come Manfredi sia stato spinto a fare il poliziotto per il legame che aveva con i ragazzi della scorta: "Manfredi in questi ragazzi ha trovato la motivazione profonda della sua scelta".