Bancarotta fraudolenta. Ma non solo. Tra le accuse nei confronti dei 3 arrestati nel blitz di Partinico (5 le misure cautelari), ci sono anche false fatturazioni, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio.
Per anni hanno condotto una vita lussuosa utilizzando i soldi degli appalti per i mezzi della raccolta rifiuti. Un tenore di vita da super ricchi, con belle auto, Rolex al polso, ville con piscina. Avrebbero anche acquistato un appartamento a Montecarlo e aperto una pasticceria siciliana.
Ma l'operazione Cogenesi condotta da carabinieri e guardia di finanza ha messo fine agli illeciti con 5 misure cautelari e il sequestro dei beni frutto dei loro affari. Si tratta di un patrimonio da due milioni e mezzo di euro sottratti al fisco, agli enti previdenziali, ai fornitori. Nel mirino ci sono anche due auto di lusso tra cui una Ferrari e un immobile a San Cipirello.
"Si tratta di un approccio investigativo vincente, in cui vengono messe a sistema le professionalità di ogni singola forza di polizia per colpire in maniera incisiva un obiettivo comune: è il metodo che ci ha insegnato il giudice Giovanni Falcone", commenta il generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo.
"I finanzieri della compagnia di Partinico - spiega Quintavalle - hanno proceduto ad una lettura in chiave economico - finanziaria delle risultanze investigative acquisite dai colleghi dell'arma dei carabinieri. Ciò ha consentito di acquisire elementi indiziari nei confronti degli amministratori, formali e di fatto, delle società oggetto di indagine e, sulla base degli esiti del contestuale esame della documentazione contabile e dei flussi finanziari, prospettare all'autorità giudiziaria palermitana la sussistenza dei reati di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie e auto riciclaggio".
"L'operazione odierna - dice il generale Arturo Guarino, Comandante provinciale dei carabinieri di Palermo - è nella scia dell'intenso impegno informativo e investigativo dell'Arma su un territorio complesso, che ha portato nell'ultimo biennio, tra l'altro, a promuovere la procedura di scioglimento dei Comuni di San Cipirello e di San Giuseppe Iato e del Consiglio Comunale di Partinico. Il monitoraggio costante, questa volta in sinergia preziosa con i colleghi della Guardia di Finanza, ha fatto emergere elementi di responsabilità nel delicato settore della gestione dei rifiuti, un ambito che si è spesso mosso nell'ombra della criminalità organizzata". E aggiunge: "Il nostro impegno sul territorio - aggiunge Guarino - prosegue e punta a liberare la comunità dai condizionamenti e dalle inefficienze generate dall'illegalità".
"Il settore della gestione dei rifiuti si conferma di estrema pericolosità per gli interessi economici che suscita e vi convergono", commenta il colonnello Alessandro Coscarelli, comandante del gruppo della Guardia di Finanza di Palermo sull'operazione Cogenesi che ha portato ai tre arresti e ai sequestri."La disinvoltura degli atteggiamenti degli indagati nella consapevolezza degli illeciti che stavano compiendo emersa durante le attività tecniche e gli elementi indiziari nei confronti degli amministratori, formali e di fatto, delle società oggetto di indagine sulla base degli esiti del contestuale esame della documentazione contabile e dei flussi finanziari e degli approfondimenti fiscali hanno permesso di costruire un quadro indiziario dai contorni di totale disinteresse per il bene pubblico ad esclusivo e totale vantaggio del profitto illecito in discredito del regime di libera concorrenza, di libertà ed equità nel settore degli appalti".
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