A far spese o jogging durante il lavoro. Assenteismo al Comune, al Coime e alla Reset di Palermo: 8 arresti, 43 i coinvolti
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“Timbrature multiple” e assenteismo al Comune di Palermo, al Coime e alla Reset. Dipendenti in calzoncini e infradito arrestati e denunciati dalla guardia di finanza: 28 in tutto le persone coinvolte nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo e destinatarie di un’ordinanza emessa dal gip. Ma gli indagati sono in tutto 43, compreso un funzionario. Nel dettaglio: 8 persone sono finite agli arresti domiciliari, si tratta di Dario Falzone, Antonio Cusimano, Gaspare Corona, Mario Parisi, Francesco Paolo Magnis, Salvatore Barone, Giancarlo Nocilla, Tommaso Lo Presti. Altri 14 sottoposti all’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia: S.F., M.G., C.S., P.M., G.R., C.F., C.S., R.S., C.I., T.F.P., V.M., N.M., N.D., D.V.(cl. 64). In 6, infine, sottoposti all’obbligo di presentazione: M.A., D.C.M.A., P.F., M.M., M.F., F.F. Per gli indagati le accuse, a vario titolo, sono di truffa a danno di un ente pubblico e falsa attestazione della presenza in servizio. I destinatari del provvedimento cautelare sono undici dipendenti del Comune di Palermo, tre del Coime e 14 della Reset, in servizio presso i Cantieri Culturali della Zisa. Tra i denunciati anche una persona indagata per mafia. Gli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo - Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi hanno esaminato ore di videoriprese, e poi sono entrati in azione con appostamenti e pedinamenti. Sotto gli occhi degli investigatori un quadro desolante fatto di numerosi episodi di assenteismo. Impiegati che, dopo aver attestato timbrato i cartellino, si allontanavano arbitrariamente dal luogo di lavoro per dedicarsi ad attività di natura privata e personale, quali acquisti o pratiche sportive. Molto frequenti erano poi i casi di “timbrature multiple” da parte di un singolo dipendente in favore di altri colleghi che in realtà non si erano neanche presentati ai Cantieri. In altri casi, invece, veniva fatto illegittimamente ricorso allo strumento straordinario della “rilevazione manuale”, che consente in caso di “dimenticanza” del proprio badge personale, di attestare la propria presenza al lavoro tramite comunicazione scritta. Anche i numeri danno la dimensione di ciò che accadeva: in poco più di tre mesi registrati oltre mille casi di infedeltà nell’attestazione degli orari, che hanno determinato la falsa rendicontazione di circa 2.500 ore di servizio in realtà non prestate a favore del Comune di Palermo. “L’odierna operazione – dicono gli investigatori - testimonia il quotidiano impegno della Procura della Repubblica e della guardia di finanza di Palermo a tutela della legalità, con l’obiettivo di contrastareperniciosi fenomeni illeciti a danno della pubblica amministrazione che rappresenta e deve tutelare gli interessi della collettività”.