Palermo

Domenica 24 Novembre 2024

Dal pentimento al nuovo arresto, le intercettazioni incastrano Giusy Vitale: "Ancora dentro alla mafia"

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Da collaboratrice di giustizia al nuovo arresto. Giusy Vitale, sorella dei capi del mandamento mafioso di Partinico Leonardo e Vito, è tornata in carcere nell'ambito dell'indagine che ha portato all'emissione di 85 misure cautelari. La notizia della sua collaborazione con la giustizia aveva provocato un terremoto in Cosa nostra. Oggi, però, secondo i pm sarebbe al centro di un grosso traffico di droga. "Per lei parlare di una vera dissociazione dal fenomeno mafioso è molto difficile", spiega in questo video Sebastiano Arena, comandante del gruppo Monreale. "Le indagini la vedono contigua e ancora dentro alle dinamiche di cosa nostra, perfettamente aderente agli interessi del nipote, uno dei promotori delle organizzazioni dedite al traffico di droga". Con Giusy Vitale sono stati arrestati anche la sorella Antonina e il nipote Michele Casarrubia.

Le indagini

Nel novembre 2018, Casarrubia va a Roma per trattare l'acquisto di un'ingente quantità di cocaina con Consiglio Di Guglielmi, detto Claudio Casamonica, personaggio di vertice dell'omonimo clan romano, successivamente morto per Covid. All'incontro, interamente registrato dagli inquirenti, partecipa tra gli altri anche Giusy Vitale, oggi accusata di aver acquistato cocaina da fornitori calabresi a Milano e Bergamo. Le conversazioni registrate tra la Vitale e il nipote hanno messo in luce il suo ruolo nel traffico di stupefacenti. Tra gli episodi che dimostrano che non avrebbe mai rotto il suo legame col clan c'è una sua conversazione col nipote del dicembre 2018 a Roma. Casarrubia, nell'informare la zia delle dinamiche criminali della cosca di Partinico, le riferisce che, a seguito di un furto di marijuana commesso dal cugino Michele Vitale, questi era stato convocato dai vertici della cosca per rendere conto del suo gesto. La donna, per nulla sorpresa, risponde che l'iniziativa è assolutamente fisiologica perché conforme alle regole di Cosa nostra.

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