"Basta morti sul lavoro", operai dei cantieri edili protestano a Palermo - Il video
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Caschetti gialli e tute imbrattate di rosso per i lavoratori dei cantieri edili che oggi, accompagnati dalla musica della band Woman Orchestra Siciliana, hanno protestato davanti al teatro Politeama a Palermo, per dire basta alle morti sul lavoro. Mancano la sicurezza, i controlli, e le preoccupazioni oggi si rivolgono anche al decreto semplificazioni che con il subappalto e il “massimo ribasso”, secondo i segretari delle sigle sindacali di categoria presenti in piazza, andrebbe a svilire ulteriormente la filiera produttiva: come mantenere gli stessi standard qualitativi, o migliorarli, applicando forti sconti? “I subappaltatori risparmieranno sulla pelle degli operai?”, si chiedono i sindacati. Secondo Paolo D’Anca, segretario generale Filca Cisl Sicilia, urgente sarebbe una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza sul lavoro da effettuarsi in cantieri pubblici e privati senza distinzioni. E sui subappalti commenta: “non deve essere un liberi tutti, bisogna investire sulla progettazione, unico modo per garantire un lavoro in sicurezza”. Nel settore dell’edilizia questo è un aspetto cruciale, perché sono proprio i cantieri a mietere più vittime. “I dati ci dimostrano che si muore di più in edilizia rispetto agli altri settori produttivi - riferisce Francesco De Martino, segretario regionale Feneal Uil Sicilia - in particolare nei primi cinque mesi del 2021 gli incidenti mortali sul lavoro sono aumentati del 70%, di cui il 53% riguarda il settore delle costruzioni”. Le responsabilità sono anche regionali: in Sicilia il numero di ispettori in attività, secondo un esperimento condotto da De Martino, riuscirebbe a garantire per ogni impresa un controllo ogni 25 anni, “questo non può che portare risultati negativi”. L’altra piaga è la cultura della sicurezza da parte degli imprenditori. “Esiste la normativa per tutelare i lavoratori - continua De Martino - ma sono spesso gli imprenditori a non rispettarla, volendo invece risparmiare sulla pelle degli operai”. Maurizio Arena è proprio un operaio impiegato in una ditta messinese, e tante volte in passato, riferisce, si è sentito poco in sicurezza sul luogo di lavoro. “Mancava il giusto abbigliamento, come i caschi, i guanti, gli scarponi”, racconta. Secondo lui sarebbe necessario un incremento dei controlli, ma anche più attenzione da parte degli stessi lavoratori nei cantieri: “L’uso dei cellulari in certi momenti non può che metterci a rischio”, dice. Un grave problema in Sicilia però, secondo l’operaio, rimane il lavoro in nero che costringe i lavoratori ad accettare condizioni poco sicure.