Per la Pasqua dell’anno della pandemia, l’omelia dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice è un messaggio di speranza. Invita i fedeli ad osservare la statua di Gesù, alle sue spalle, che lo ritrae vincitore, colui che ha sconfitto la morte.
“La morte è uno strapotere; quest’anno ne abbiamo sentito il fiato, ci siamo scoraggiati, afflitti - dice - e nessun cuore umano può credere alla resurrezione. Ma il giorno della rinascita è un giorno inedito che coglie di sorpresa il cuore mesto”.
Attraversare la paura, la tristezza, è il percorso di tutti gli umani, e della chiesa, e l’arcivescovo invita chi lo ascolta ad andare nel luogo che più incute timore - il sepolcro vuoto di Gesù - e a reggere il peso delle rivelazioni. Perché è a partire dal gesto di amore, di fede, che spinge a guardare il buio, che ci sarà la rinascita. “Dobbiamo andare nel sepolcro, dobbiamo affrontare il buio - ribadisce - perché è lì che l’amore sconfigge la morte, generando novità, rinascita”. “Perché - conclude - anche dopo la notte più oscura sorge una nuova alba”.
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