Palermo

Mercoledì 25 Dicembre 2024

Affari illeciti nel vecchio Palermo di Arkus: arrestati i fratelli Tuttolomondo, sequestrati 1,4 milioni

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A oltre un anno di distanza dalla cessione del vecchio Palermo, arriva un'operazione della guardia di finanza che porta in carcere Salvatore e Walter Tuttolomondo, al vertice della Sporting Network s.r.l., società controllata dalla Arkus Network, che acquisì il club di viale del Fante. I finanzieri del comando provinciale di Palermo e del Nucleo speciale polizia valutaria di Roma hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 5 persone. I due fratelli finiscono in carcere mentre è stata disposta la misura dell’obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria e alla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese, uffici direttivi di persone giuridiche o professioni per la durata di un anno nei confronti di Roberto Bergamo, Tiziano Gabriele e Antonio Atria. Nel corso dell'operazione è stato disposto il sequestro preventivo di quasi 1,4 milioni di euro. I REATI. Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio e reimpiego, reati di falso e di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Covisoc. LE INDAGINI. Nel mirino degli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo - Gruppo tutela mercato capitali - e del III Gruppo del Nucleo speciale polizia valutaria, seguite da un pool di sostituti coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore de Luca, la cessione delle quote della US Città di Palermo effettuata nel corso del 2019 al prezzo di soli 10 euro a favore della Sporting Network s.r.l., società controllata dalla Arkus Network s.r.l., riconducibile ai fratelli Tuttolomondo. A loro carico – come ricostruito grazie a intercettazioni telefoniche (uno stralcio nel video), accertamenti bancari e analisi di documenti – sono emersi gravi illeciti nell’acquisizione e nella successiva gestione del Palermo. Secondo quanto emerso dalle indagini i coinvolti, grazie alla collaborazione di professionisti e di persone di fiducia, hanno saldato debiti fiscali attraverso crediti inesistenti, per 1,4 milioni di euro, hanno effettuato false comunicazioni alla Covisoc sul pagamento degli stipendi ai dipendenti e sul versamento delle imposte, hanno effettuato pagamenti non autorizzati dal Tribunale di Palermo per oltre 200.000 euro a favore di professionisti danneggiando gli altri creditori. Ma non solo: gli indagati sono accusati di aver trasferito 341.600 euro dal conto corrente della società calcistica a favore di una società a loro riconducibile priva di operatività, giustificando l’operazione come anticipo del compenso per un incarico di consulenza inesistente e avrebbero impiegato questa somma in altre attività economiche. Una serie di operazioni illecite che peraltro sancirono la fine del vecchio Palermo. A giugno del 2019, infatti, la Us Città di Palermo, non avendo regolato entro i termini previsti gli adempimenti sul pagamento delle imposte e sugli stipendi a calciatori e dipendenti, non ottenne l’iscrizione al campionato di Serie B.

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