Mafia a Palermo, la Dia: "All'Arenella Scotto trattato come un despota"
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Gaetano Scotto, capo della famiglia dell'Arenella arrestato questa mattina nell'operazione della Dia, secondo gli investigatori era "un personaggio di grosso spessore nell'ambito di cosa nostra. Cosa di cui lui era ben consapevole, tanto da adottare escamotage per non destare sospetti sulla sua caratura criminale, come impartire gli ordini in posti sempre diversi". Lo dice nell'intervista video Antonino Amoroso, il capo centro Dia di Palermo. "Siamo all’epilogo di una attività investigativa che noi riteniamo strategica assieme ai magistrati della Dda. Devo sottolineare che I venti della rivoluzione della rivoluzione francese del 1789 si sono fermati alle soglie dell’Arenella. Perchè - spiega il capo centro Dia, Amoroso - abbiamo registrato questo disperato bisogno di alcuni cittadini dell’Arenella di essere sudditi di un despota a cui vengono spontaneamente destinate parte delle risorse economiche. Gaetano Scotto ottiene dazioni economiche e poichè gliele danno spontaneamente tanto da ritenersi nel giusto". "Un ruolo di vertice - quello di Gaetano - di cui si è riappropriato ma che è stato gestito durante la sua detenzione sia dai fratelli Francesco Paolo e Pietro sia da altri fedelissimi. Scotto è stato scarcerato il 21 gennaio 2016 e il giorno del suo rientro l’intero quartiere dell’Arenella lo ha atteso festante: tanto da farlo salire durante la Festa di Sant'Antonio a bordo dell'imbarcazione che portava in processione la statua del Santo".