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Usura a Palermo, le intercettazioni che incastrano padre e figlio

I finanzieri del secondo Nucleo operativo metropolitano del gruppo di Palermo, coordinati dalla procura di Palermo, hanno eseguito due misure cautelari, di cui una in carcere ed una ai domiciliari, emesse dal locale ufficio del giudice per le indagini preliminari nei confronti di due palermitani Santo Sottile e il figlio Alessandro, residenti a San Cipirello, per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’usura, estorsione, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti e abusiva attività finanziaria. Risulta indagata in concorso anche la compagna di Alessandro Sottile.

Sono stati inoltre sottoposti a sequestro 7 immobili, 3 aziende e auto e beni di lusso per un valore stimato di oltre 5 milioni di euro. Complessivamente sono 5 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria. Lo rende noto un comunicato.

A dare il via all’indagine è stata la denuncia di un imprenditore che, stretto dalle pressanti richieste usurarie, ha deciso di raccontare ai finanzieri che, a fronte di prestiti per 450 mila euro, ha dovuto restituire in un anno circa 1 milione euro.

Nel video le intercettazioni che hanno incastrato i due.

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