Mafia, start up fondata a Partinico con "soldi riciclati": video
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Amministrazione giudiziaria per una startup di Terni sospettata di essere stata influenzata economicamente da soggetti contigui a cosa nostra. La polizia di stato ha eseguito il provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, su proposta del questore Renato Cortese. Si tratta della Face4job, con sede legale a Terni, fondata nel 2013 da un imprenditore di Partinico e che svolge un servizio di supporto digitale e telematico alle imprese nell’ambito dei processi di ricerca e di selezione del personale. La misura di prevenzione si collega al decreto di sequestro emesso lo scorso gennaio nei confronti di Benedetto Bacchi, 47 anni, che ha interessato beni per 6 milioni di euro, tra i quali il 10% del capitale sociale della srl. Bacchi, imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse online, è emerso con un ruolo di primissimo piano nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra mobile di Palermo relative all’operazione «Game over» che a febbraio 2018 ha portato all’arresto di 22 persone e a numerosi indagati, confermando l’esistenza di un forte interesse e di una capillare presenza di Cosa nostra nel settore che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per l’associazione criminale. In tale contesto le indagini hanno dimostrato come Bacchi, tramite un vero e proprio accordo contrattuale con Cosa nostra palermitana sia riuscito a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive capaci di generare profitti di oltre un milione di euro mensili. Dallo sviluppo di ulteriori indagini patrimoniali condotte dagli agenti della Divisione Anticrimine dell’Ufficio Misure di prevenzione patrimoniali della questura di Palermo, è emerso che che ha reinvestito nella Face4job srl i proventi delle attività illecite. Adesso l’azienda dovrà temporaneamente cedere la gestione all’amministratore giudiziario nominato dalla autorità giudiziaria la quale, al termine del periodo, valuterà la sussistenza dei presupposti per restituire o meno la gestione 'bonificatà dai rischi riscontrati, ovvero procedere a conseguente sequestro ai fini della confisca. Si tratta, in definitiva, di una misura di prevenzione antimafia che colpisce le aziende che pur non potendosi considerare mafiose, risultano aver subito un’influenza da parte di soggetti contigui a Cosa nostra. Con il medesimo provvedimento è stato inoltre disposto il sequestro della somma di denaro di oltre 300 mila euro versata alla srl da Bacchi come sovrapprezzo della quota del capitale sociale in quanto da ritenersi reimpiego delle sue attività illecite.