Oggi ricorre il 40esimo anniversario dell’omicidio di Boris Giuliano, Capo della Squadra Mobile di Palermo, ucciso dalla mafia dentro il Bar Lux di via Francesco Paolo Di Blasi, il 21 luglio del 1979.
La Questura di Palermo lo ha ricordato stamattina con la deposizione di una corona di alloro nel luogo dell’omicidio. A seguire è stata celebrata una messa nella Cappella della Soledad di Piazza della Vittoria.
Stasera, alle 20.30, all’interno del prestigioso chiostro seicentesco della Questura di Palermo, andrà in scena una rappresentazione teatrale dedicata alla figura umana e professionale di Boris Giuliano, dal titolo "Diario di un tramutato sorriso", curata dal regista e drammaturgo palermitano Vincenzo Pirrotta.
I testi avranno una colonna sonora originale scritta dal compositore Luca Mauceri, che la eseguirà dal vivo al pianoforte. Le lettere saranno interpretate dall’attrice Cinzia Maccagnano e dallo stesso regista Vincenzo Pirrotta.
«Il ricordo di Boris Giuliano rafforza la consapevolezza del valore della legalità come condizione di libertà e di coesione sociale e, con essa, l'impegno responsabile dell’intera comunità nazionale per giungere al definitivo sradicamento del criminale fenomeno mafioso». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda Boris Giuliano. «Nel quarantesimo anniversario del barbaro omicidio, la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, funzionario della polizia di straordinarie capacità, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia - si legge in una nota del Quirinale - In questo giorno di memoria desidero esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, a chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo, ai colleghi che hanno continuato con lo stesso coraggio l’azione di contrasto alla mafia e al crimine organizzato».
Il capo dello Stato ha poi ricordato come Giuliano "è stato assassinato perché, grazie alle sue qualità investigative e all’efficacia di metodologie innovative, aveva inferto duri colpi a Cosa nostra, svelando catene di comando e portando alla luce legami internazionali, che sostenevano il traffico della droga».
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