Santa Pasqua a Palermo, Lorefice: "La sfida della chiesa è dire che Gesù è il Signore"
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L'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nell'omelia della domenica di Pasqua in cattedrale si sofferma sulla figura di Maria Maddalena, la donna che fin da subito ha riconosciuto in Gesù il Signore, che ha risanato e continua a risanarci. La sfida per il cristiano di tutti i tempi è continuare a dire sempre che Gesù è Dio. "Mi colpisce che per Maria Maddalena Gesù è già Signore - spiega monsignor Lorefice - Lei già confessa che il Nazzareno è il Signore fin dal primo momento. Questa è la sfida della Chiesa di ogni tempo. E questo Gesù di Nazzaret che continua a passare dalla nostra vita risanando tutti, perché lui è l’unto di Spirito Santo. In Gesù c’è Dio. Lui è l’Unto di Dio. Questa è la nostra fede, questa è la fede pasquale che deve sopportare però questo venerdì santo e questo sepolcro che sembra aver chiuso con sé ogni speranza. Maria invece è lì ancora una volta. Ed è per questo che diventa apostola degli apostoli, lei". Lorefice all'inizio della sua omelia ricorda che Maddalena ha dovuto sopportare di vedere il suo Signore e suo maestro in croce. "Per lei Gesù è Signore già dal suo primo incontro. Quell’incontro l’aveva cambiata. Lei era posseduta dal maligno così ci ricorda Luca al capitolo ottavo da lei erano usciti sette demoni. Lei aveva dovuto sopportare di vedere in croce che si è fatto Signore e maestro che si era presa cura di lui che l’aveva guarita. Lui si è fatto maestro e proprio lui avesse fatto quella fine. Maddalena si trovava sotto la croce con la mano di Gesù e lo aveva visto lì appeso sulla croce, su quell’orrendo, tremendo, obbrobrioso patibolo. Non solo per la sofferenza che esso comporta ma per l’umiliazione che è legata a quel patibolo. Lì c’era il reietto da Dio e dagli uomini colui che non è degno di stare né sulla terra né tanto meno, a maggior ragione, nel cielo. Per questo lo avevano sospeso sulla croce, quasi in una sorta di terra che è in un cielo di nessuno. Aveva dovuto sopportare tutto questo Maria di Magdala. Per questo corre al sepolcro di buon mattino. Deve sopportare che qualcuno ha preso il corpo del suo signore e maestro". Monsignor Lorefice ricorda ai fedeli riuniti in cattedrale per celebrare il precetto pasquale che Gesù continua a risanare chi si trova nella sua strada, come ha fatto con tutti coloro che lo hanno incrociato in vita nelle strade della Palestina. "La vita del Signore e maestro è dedicata all’umanità intera, passando per le strade della Palestina, risanando tutti quelli che erano prigionieri del male. Maria Maddalena, questo lo aveva sperimentato nella sua vita. 'Non sappiamo dove hanno posto il Signore' - continua don Corrado - Stanotte nel vangelo abbiamo sentito che Maddalena è stata derisa appena è giunta in quel cenacolo dove pusillanimi scoraggiati ripiegati in se stessi sono rinchiusi gli undici. Un munero incompleto rispetto ai dodici e sopraggiunge Maddalena che dice che hanno portato via dal sepolcro il Signore e da lì si scatena la corsa".