Migranti, sit-in a Palermo: in 300 in piazza contro il decreto sicurezza
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Sit-in questa mattina in piazza Pretoria a Palermo nonostante la pioggia, con circa trecento manifestanti a sostegno dell’iniziativa del primo cittadino contro il decreto sicurezza. Nessuna bandiera ma solo uno striscione: "Palermo per accoglienza e solidarietà". Davanti a palazzo delle Aquile c'erano ragazzi di varie associazioni, dirigenti sindacali, cittadini. A un angolo della piazza anche alcuni immigrati e due ragazzi ecuadoregni che vivono e studiano a Palermo. Una dirigente dell'Anpi con il fazzoletto dell'associazione partigiani, Maria Consuelo Spera, ha citato la dichiarazione dei diritti umani e dice che sono in discussione principi di umanità e solidarietà. "Reagiamo prima che sia troppo tardi", aggiunge Salvatore Scibetta. Il segretario della Cgil Palermo, Enzo Campo, lancia un allarme contro un decreto che "restringe le garanzie e i diritti riconosciuti ai migranti e ai richiedenti protezione internazionale". In piazza c'è anche Davide Faraone, segretario regionale del Pd. "Contrastiamo in piazza - dice - come abbiamo fatto in Parlamento - un decreto che ha un carattere disumano. Sottrae diritti alle persone che ne hanno più bisogno. Saremo nelle piazze per contrastare le linee e le scelte di un governo che rivela un volto razzista e antimeridionalista". Luca Casarini, esponente della sinistra antagonista, attacca: "Lo chiamerei decreto in sicurezza perché alza i margini di influenza della criminalità e del lavoro nero". Intanto, con una nota inviata ieri all’Ufficio anagrafe di Palermo, il capo area Maurizio Pedicone ha trasmesso la disposizione del sindaco dello scorso 21 dicembre, "ricevuta - si legge - da questo ufficio soltanto ieri (2 gennaio, ndr) alle ore 17.07, in merito alle procedure per la residenza anagrafica degli stranieri, con cui impartisce l'ordine di sospendere le procedure previste dalla legge 132/2018, nelle more, stante la complessità della stessa, di approfondire i precetti di numerose norme del suddetto provvedimento legislativo che presentano aspetti di difficile interpretazione, che quindi, non considererebbero una corretta applicazione senza ledere i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti della persona". Nelle interviste di Marco Gullà: Franco Scibetta, Enzo Campo della Cgil, Maurizio Rea e Davide Faraone, segretario regionale del Pd.