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Dalla Chiesa, corone di fiori in via Isidoro Carini: il video della cerimonia a Palermo

Corone di fiori in via Isidoro Carini a Palermo, luogo in cui 36 anni fa furono assassinati l'allora prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente della polizia Domenico Russo.

La cerimonia ha aperto gli appuntamenti in memoria di quell'attentato di mafia che scosse tutta la città.

Nel video e interviste a Nando Dalla Chiesa, figlio del generale assassinato, e a Stefano Candiani, sottosegretario all'Interno. "Il senso delle istituzioni va coltivato e trasmesso", ha detto Nando Dalla Chiesa. "La memoria deve essere una spinta per andare avanti, per conoscere e impegnarsi", ha detto riferendosi a un gruppo di ricercatori milanesi, presenti alla cerimonia, che stanno portando avanti uno studio sulla Sicilia.

"Trattare di mafia non è una questione siciliana, ma deve interessare il Paese. Il generale Dalla Chiesa ci ha insegnato che le ramificazioni delle cosche si sono ben estese anche fuori dal Paese. Noi dobbiamo essere molto determinati a rispettare la memoria a chi ha perso la vita per difendere i cittadini andando a colpire la mafia dove ha gli interessi più forti", ha detto Stefano Candiani.

Presenti tra gli altri il comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri, il prefetto Antonella De Miro, il procuratore generale Roberto Scarpinato, il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l'assessore regionale Roberto Lagalla.

Nel giorno del ricordo anche un messaggio da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella lotta alle organizzazioni terroristiche e mafiose, condotta con inflessibile vigore e nella consapevolezza del rischio estremo cui essa lo esponeva, il generale Dalla Chiesa ha dato esempio eccezionale di fedeltà ai valori della democrazia, di difesa della legalità e dello stato di diritto, sino al prezzo della vita. Il suo impegno generoso e intelligente ha fatto sì che strumenti e metodi innovativi - prosegue il Capo dello Stato - rendessero più incisiva l'azione della Repubblica contro le più pericolose forme di criminalità.

E ancora: "Dal sacrificio suo e delle altre vittime della barbara violenza mafiosa, che susciteranno sempre dolore e indignazione profondi, le istituzioni e la società traggono tutt'oggi energia e determinazione per riaffermare i valori della convivenza democratica, nell'assoluto ed irrinunciabile rifiuto della cultura della violenza, della prevaricazione e della sopraffazione, tipiche di ogni azione criminale. Nell'impegno di quanti agiscono quotidianamente a difesa della libertà, della giustizia e della civile convivenza, vive la memoria della loro testimonianza".

Immagini di Marcella Chirchio

 

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