Sono arrivati da ogni parte della Sicilia a San Cipirello per sostenere il collega Leandro Salvia, i rappresentanti della giunta e del consiglio regionale dell’Associazione siciliana della stampa, sindacato unitario dei giornalisti, guidata dal segretario regionale, Roberto Ginex, e dal presidente del Consiglio regionale Alberto Cicero, con il consigliere Salvatore Ferro in rappresentanza dell’Ordine dei giornalisti regionale, in occasione del Consiglio comunale, per dare un segno tangibile di concreta solidarietà e vicinanza a Salvia, corrispondente del Giornale di Sicilia, che circa un mese fa, nel corso dei lavori d’Aula, è stato cacciato dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Randazzo, che si era servito del capo dei vigili urbani del Comune per «costringere» il giornalista a lasciare il palazzo di città.
Del caso, ieri, in Consiglio, se n’è parlato per quasi due ore: sono stati riletti i verbali del consiglio comunale «incriminato», dove Salvia è stato cacciato, con il presidente Randazzo che si è difeso dicendo che il corrispondente è stato allontanato non in quanto giornalista ma in quanto cittadino.
L’opposizione ha chiesto comunque di fare chiarezza, chiedendo la rettifica dei verbali del consiglio comunale precedente e l’invio degli atti in procura.
«Già da un po’ di tempo - spiega il segretario regionale dell’Assostampa siciliana Roberto Ginex - il collega Leandro Salvia, cronista attento e scrupoloso, è oggetto di reiterati attacchi per i suoi articoli che evidentemente non piacciono agli amministratori comunali. I giornalisti siciliani non si fanno e non si faranno intimidire, a difesa della libertà di espressione, della libertà di stampa e del diritto di cronaca abbiamo deciso di essere presenti in consiglio comunale per stare al fianco del collega Leandro Salvia, che ha seguito i lavori d’aula per la sua testata. Abbiamo assistito per oltre due ore alle discussioni sulle inchieste scritte e pubblicate dal Giornale di Sicilia a firma di Leandro Salvia: significa che il collega ha colto nel segno, con i suoi interventi e con il suo lavoro e con i suoi articoli. Ognuno deve essere libero di svolgere il proprio lavoro, se ci sono contestazioni possono essere avanzate alle sedi competenti, ma a nessuno è concesso allontanare un cronista da un pubblico consesso mentre sta svolgendo il suo lavoro».
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