PALERMO. La passione per il lavoro, il coraggio nella ricerca della verità. Sono questi gli insegnamenti che Mario Francese, il cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia 39 anni fa, ha lasciato in eredità ai giornalisti, ai giovani e a Palermo. Una città che oggi lo ha ricordato con una cerimonia in viale Campania, nel luogo dove il 26 gennaio 1979 fu ammazzato a colpi di pistola. Contemporaneamente anche a Siracusa, città dove Francese è nato nel 1925, è stata organizzata un'iniziativa per mantenerne viva la memoria e l'esempio. A Palermo, davanti al cippo che ricorda il tragico episodio, l'iniziativa organizzata dall'Unci, Unione cronisti, alla quale hanno partecipato i figli Giulio, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Fabio e Massimo, il sindaco, Leoluca Orlando, il prefetto, Antonella De Miro, il comandante regionale dell’Arma dei carabinieri, generale Riccardo Galletta, il questore Renato Cortese, il procuratore aggiunto Sergio De Montis, i comandanti provinciali di Guardia di finanza e Arma dei carabinieri, generale Giancarlo Trotta e colonnello Antonio Di Stasio, il capocentro della Dia di Palermo, colonnello Antonio Amoroso, il giudice Giuseppe De Gregorio, segretario dell’Anm di Palermo, il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, il presidente regionale ed il tesoriere dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, e il giornalista Daniele Ditta. Prima della cerimonia, don Luigi Ciotti si è soffermato per un momento di riflessione. La figura di Mario Francese, ha sottolineato il figlio Giulio, "insegna la dedizione e la grande passione al proprio lavoro. Lezione di grande dignità, grande professionalità e grande umanità. Una lezione che sembra arrivare anche alle nuove generazioni, sia nei giovani colleghi che nelle scuole". Per il vicedirettore del Giornale di Sicilia, Marco Romano "l'impegno e il sacrificio di Mario Francese trascendono il periodo in cui ha vissuto e il valore delle testate in cui ha scritto. La ricerca della verità analitica e capillare e la credibilità di ciò che si scrive suffragata da atti, questo rappresenta l'impegno massimo al quale ogni giornalista si deve attenere: Mario Francese lo ha fatto pagandone con la vita le conseguenze". "Mario Francese aveva visto giusto individuando i nuovi boss della mafia siciliana e ha pubblicato con coraggio e professionalità tutte le vicende che riguardavano il clan dei 'corleonesi' - ha sottolineato il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales - Sulle pagine del Giornale di Sicilia ha raccontato con dovizia di particolari l’ascesa del clan mafioso capeggiato da Salvatore Riina che, dalle campagne della Sicilia interna, si addentrava nella Palermo degli anni '70 dove le cosche erano interessate ai grandi appalti pubblici e ai traffici di droga internazionali. Francese è stato ed è un esempio per tutti i giornalisti". "Per noi giovani cronisti - ha aggiunto il presidente regionale dell’Unci, Andrea Tuttoilmondo - il nome di Mario Francese ha rappresentato, e rappresenta, un modello da seguire. Ricordare Mario Francese significa soprattutto ricordare la nostra storia". Nel giardino che a Siracusa è intitolato al cronista, gli alunni dell’istituto comprensivo "Lombardo Radice" hanno scoperto una targa che, da questa mattina, indica il Giardino "Mario Francese" all’interno dell’area archeologica di Siracusa. Così, la sezione locale dell’Assostampa, ha voluto ricordare il giornalista siracusano, ucciso il 26 gennaio del 1979 a Palermo, nel trentanovesimo anniversario della morte. Alla cerimonia, voluta come ogni anno dal sindacato dei giornalisti e dal Comune di Siracusa, hanno preso parte, oltre al segretario provinciale Assostampa, Prospero Dente, il vice sindaco Francesco Italia, il vice Prefetto Filippo Romano, il segretario regionale dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Santo Gallo, il segretario regionale Assostampa Sicilia Alberto Cicero, il presidente regionale del GUS Francesco Di Parenti ed il fiduciario Unci Siracusa Francesco Nania. L'anniversario, come sempre, ha riunito i rappresentanti delle forze dell’ordine, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, e, da quest’anno, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. La cerimonia è stata chiusa con la scopertura della targa del giardino "Mario Francese" affidata a tre alunni e la benedizione del rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime, padre Aurelio Russo, anche lui giornalista. Nel pomeriggio, una messa nella chiesa del Sant'Angela Merici, in via Piazza Armerina, alla presenza della sorella di Mario Francese, Maria. Immagini di Marco Gullà