PALERMO. Sgomberare, sgomberare. Presto e bene. E trasferire tutto in strutture prefabbricate. Il collegio dei sindaci di Rap dà l’ultimatum alla dirigenza e chiede conto e ragione del perché la palazzina degli uffici nell’autoparco di Brancaccio, in via Ingham 27, sia ancora frequentata dai dipendenti nonostante sia dichiarata inagibile.
Una situazione che aveva portato a una ispezione dell’Asp, tre settimane fa, e condotta dai carabinieri del nucleo tutela del lavoro - su delega della procura della Repubblica. Da quella «visita» sono emerse pesanti situazioni di irregolarità. Al punto che, scrissero i militari nel verbale, «non si procede col sequestro della struttura per evitare l’interruzione di pubblico servizio della raccolta dei rifiuti che può generarsi in emergenza di ordine pubblico e carenza igienico-sanitaria».
Una ramanzina niente male, dolorosa, che comporta una serie di prescrizioni cui l’azienda «sta ottemperando», assicurano da piazzetta Cairoli. Nonostante le condizioni precarie della struttura si conoscessero, «la palazzina - scrivono i sindaci Sergio Vizzini, Loredana Giuliani e Ignazio Pandolfo - risultava essere ancora in uso, al momento dell’accesso da parte degli ispettori dell’Asp nonostante fosse stata espunta dal perimetro del contratto di locazione proprio perché inagibile».
Come dire, la Rap non pagava più per quei locali in quanto, sulla carta, inservibili. Ed è una questione su cui i sindaci vogliono andare fino in fondo, visto che devono relazionare e spiegare «le motivazioni per le quali non si è dato corso alle disposizioni del presidente pro tempore» e risalenti allo scorso giugno.
Una questione che comporta una lunga linea di profili di responsabilità. Che non manca di essere rilevata nella lettera: «Il mancato adempimento di quanto formalmente richiesto, espone il datore di lavoro - scrive il collegio - a situazione di grave pericolo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro». Per questo allora «si dispone lo sgombero immediato dei locali, in quanto non idonei all’utilizzo da parte del personale dipendente».
Situazione che già emergeva in tutta la sua drammaticità nel verbale del nucleo di tutela del lavoro: «Al piano terra della palazzina denominata “Raccolta stradale” si trova a destra un wc per donne con porta vetusta, armadietti divelti e mancanza di protezione del quadro elettrico». Il pavimento «in alcuni punti è disconnesso», in un corridoio «il controsoffitto risulta mancante di alcune sue parti». All’uscita della struttura «il muro perimetrale risulta essere crepato e mancante di intonaco e parte strutturale».
Anche «l’esterno della struttura in cemento armato si presenta lesionata e con i ferri ad armatura a vista, intonaco mancante in più parti». Una sezione era dedicata a spogliatoio uomini «con evidenti tracce di umidità di tipo ascendente, intonaco scrostato nelle pareti, nessuna segnaletica di sicurezza né illuminazione di emergenza di tipo sussidiaria».
Gli uffici risultano avere «punti di criticità» con pavimenti rotti, segnaletica di sicurezza da integrare, «pareti delle docce senza mattonelle, armadietti vetusti e obsoleti». Ora il vertice della Rap (il collegio dei sindaci, ché il Cda non esiste ancora e deve essere nominato) non vuole rischiare ulteriori grane. Ragione per cui ha sollecitato il capo della Logistica e tutti i dirigenti che hanno in qualche modo a che fare con i servizi di via Ingham «la definitiva installazione di box prefabbricati».
Con «carattere di massima urgenza». Una nota dell’ufficio stampa Rap precisa che «sono già arrivati i box per gli uffici che verranno a breve ampliati di numero ed è stata già perfezionata una nuova procedura per la acquisizione dei box da adibire a docce armadietti e spogliatoi».
immagini di Marcella Chirchio
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