PALERMO. Il macellaio Felice Orlando voleva iniziare la scalata criminale nel quartiere Zen. E si stava attrezzando per avere armi per potere contrastare il predominio dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Tutti nel quartiere prima dell'omicidio lo temevano.
La prova del potere del macellaio dello Zen, per la cui uccisione oggi sono stati arrestati Vincenzo Pipitone e Gaspare Di Maggio, era emersa nel corso di un'intercettazione captata dai carabinieri nel corso di una vecchia indagine. Ad essere ascoltati un nipote di Orlando e un altro indagato.
"Minchia allora non si muoveva una mosca qui con tuo cugino che ti viene zio che cosa è ti veniva zio Felice?", dice uno degli interlocutori.
"Si, minchia passava lui e tremavano i vetri", risponde il nipote . "Qua una mosca non si muoveva allora. Ma pure là sopra da mia madre veniva", ribatte l'altro.
"Vabbè però fu una cosa secondo me qualche tragedia purtroppo in queste cose le tragedie si sono sempre - aggiunge il nipote -. Una volta con un sacco e vedo che faceva forza per portarlo arriva a casa e sento scruscio tatam. Apriamo... silenziatori mitragliette mio padre morto che vieni a portare queste cose qua. C'era un silenziatore, una mitraglietta tanto così. Ma dove le trovavano queste cose? Altri tempi".
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